| | All'anagrafe: Harrison Ford |
---|
Etą: 82 anni | Data di nascita: 13/07/1942 | Segno Zodiacale: Cancro | Luogo di nascita: Chicago, Illinois, USA | | |
|
| Harrison nasce nel 1942 a Chicago, da padre pubblicitario e madre ex-attrice. Ragazzino, entra nei boyscout, dove scala i ranghi e diventa esperto di serpenti (capacità invertita nel timore che Indiana Jones avrà dei rettili!). Al liceo si diverte a prestare la sua voce per la radio della scuola e per alcune radiocronache sportive, scoprendo allo stesso tempo che le lezioni di recitazione gli permettono di superare la timidezza. Finisce il liceo nel 1960 e, dopo lavori saltuari, si trasferisce nel 1964 in California. Vuole proprio diventare un attore. Firma un contratto con la Columbia per piccoli ruoli, apparendo per la prima volta, non accreditato, come fattorino in Alle donne piace ladro (1966) e come automobilista nervoso che picchia Jack Lemmon in Luv vuole dire amore?, nel 1967. Nello stesso anno viene per la prima volta accreditato nel western Assalto finale con Glenn Ford (nessuna parentela). Ma non va bene: il suo sarcasmo ha offeso uno dei dirigenti della Columbia, cosicché si accontenta di apparizioni in Zabriskie Point (1970) di Antonioni, o di particine televisive. Vuole mantenere la famiglia (Mary Marquardt, moglie fino al 1979, e i due figli) e non vuole accettare qualsiasi ruolo per tirare a campare, così impara la falegnameria e vive di quella, in attesa di una grande occasione che potrebbe non arrivare mai. Ma arriva.
E' Francis Ford Coppola che lo raccomanda a George Lucas per lo strafottente Bob Falfa in American Graffiti (1973); nella factory di Coppola comparirà anche in La conversazione (1974) con Gene Hackman e più avanti in Apocalypse Now (1979). Prima però incontra sulla sua strada Han Solo.
Guerre Stellari nel 1977 lancia lui, Mark Hamill e Carrie Fisher nell'iperuranio delle star, cosicché di lì a poco Harrison è già nell'epico corale Forza 10 da Navarone (1978) e Scusi dov'è il West? (1979), commedia western che divide con Gene Wilder. Non sono però lavori che possono consolidarlo al di là di Han Solo: potrebbe essere condannato a una carriera buona ma non di lungo respiro (proprio come Mark e Carrie), se non gli capitassero due colpi di fortuna, da lui colti con professionalità e attenzione.
Tom Selleck è costretto a rifiutare il ruolo dell'archeologo avventuriero Indiana Jones in I predatori dell'arca perduta (1981) di Steven Spielberg, mentre Dustin Hoffman declina la parte di Rick Deckard in Blade Runner (1982) di Ridley Scott. Uomo giusto al momento giusto, Ford subentra ad entrambi e si scolpisce definitivamente nell'immaginario collettivo. E' fatta.
Tra l'inizio degli anni Ottanta e la metà (abbondante) dei Novanta, Harrison Ford diviene la star sinonimo di grandi incassi e solido intrattenimento. Nel 1983 sposa Melissa Mathison, sceneggiatrice di E.T. (dalla quale divorzierà nel 2004), a coronamento di un periodo che altri attori possono invidiare.
Negli anni Ottanta guadagna nomination ai Golden Globe per due film di Peter Weir, il thriller Witness – Il testimone (1985, sua unica nomination all'Oscar) e il cupo Mosquito Coast (1986). Torna nei panni di Han Solo e Indiana Jones altre due volte, con L'impero colpisce ancora (1980), Il ritorno dello Jedi (1983), Indiana Jones e il tempio maledetto (1984, gli costa un'ernia del disco) e Indiana Jones e e l'ultima crociata (1989). Si cimenta col thriller nell'europeo Frantic (1988) di Roman Polanski e in Presunto innocente (1990) di Alan Pakula, è il concupito nella commedia romantica Una donna in carriera (1988), tra Melanie Griffith e Sigourney Weaver.
Negli anni Novanta incrocia il suo destino la prima volta con J. J. Abrams, solo sceneggiatore, interpretando A proposito di Henry (1991) di Mike Nichols: è un cinico avvocato che riscopre la vita, dopo aver rischiato di morire e aver affrontato una riabilitazione. Porta sullo schermo due volte l'agente CIA Jack Ryan inventato da Tom Clancy in Giochi di Potere (1992) e Sotto il segno del pericolo (1994), trovando il tempo nel 1993 per sbancare di nuovo i botteghini con uno dei suoi più grandi successi slegati da un franchise, Il fuggitivo (1993). Braccato da Tommy Lee Jones, ottiene un'altra nomination ai Golden Globe, bissata poco dopo dal primo scivolone: la parte di Linus nel remake di Sabrina (1995), diretto da Sydney Pollack.
La seconda metà degli anni Novanta fa traballare l'Harrison Ford garanzia al boxoffice: Air Force One (1997), dov'è un ultradinamico Presidente degli Stati Uniti che affronta il dirottamento del jet presidenziale, è forse l'ultimo successo che si basi sulla sua icona d'eroe-mattatore. Concentrato sulla passione del volo (è in questo periodo che inizia a pilotare seriamente), impegnato sul fronte ambientale come vicepresidente della Conservation International, comincia a inanellare flop: L'ombra del diavolo (1997), Sei giorni sette notti (1998), Destini incrociati (1999), K-19 (2001), Hollywood Homicide (2002), Firewall (2005). Unica eccezione potrebbe essere il boom di Le verità nascoste (2000), ma l'horror thriller funziona anche grazie a Michelle Pfeiffer e alla regia di Robert Zemeckis.
Se Harrison, nel frattempo convolato a nozze nel 2010 con Calista Flockhart, riesce a questo punto a non tramontare è solo grazie a una combinazione di fortuna e intelligenza (mix su cui si basa l'intera sua carriera). Hollywood comincia infatti a vivere di nostalgia, e il suo iconico carisma lo fa apparire ancora in forma nel ripercorrere la propria passata gloria, con Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo (2008), Star Wars: Episodio VII – Il risveglio della Forza (2015, che quasi gli costa una caviglia) e il futuro Blade Runner 2, o come simbolo di un'epoca che è stata: si veda la sua autoironica partecipazione a I mercenari 3 (2014).
Parallelamente, Ford comunica al suo manager di accettare d'ora in poi anche copioni che non lo prevedano come protagonista: dal 2008 a oggi la veterana star si tramuta così in umile comprimario o coprotagonista di Crossing Over, Misure straordinarie, Il buongiorno del mattino, Cowboys and Aliens, Il potere dei soldi, Ender's Game, Adaline – L'eterna giovinezza e soprattutto 42 (2013), dove è irriconoscibile nel ruolo del coach di baseball Branch Rickley, realmente esistito, dimostrando come dietro la sua apparente nonchalance resista ancora un attore dalle forti capacità tecniche, forse mai davvero riconosciute.
Sopravvissuto per miracolo ed esperienza a un brutto incidente aereo nel marzo del 2015, Harrison non ha la minima intenzione di ritirarsi. "E' il mio lavoro, mi piace". | |
|
|