TRAMA: Michele Abbagnano, quarantacinquenne menomato nella mano sinistra e disoccupato non per cattiva volontà, per mantenere se stesso e l'asmatico figlioletto Cazzillo è solito vendere clandestinamente caffè, latte e cappuccino sul treno che nelle ultime ore della notte viaggia da Vallo della Lucania a Napoli. Notissimo ai viaggiatori abituali - operai, piccoli impiegati o imbroglioncelli come lui Michele incrementa le sue del resto modeste entrate con altri piccoli servizi, come svegliare i dormiglioni in prossimità delle piccole stazioni, coprire le effusioni degli amanti clandestini; e così via. La figura dell'Abbagnano ha finito per fare parte del treno n. 818. Una notte, però, il destino si accanisce contro di lui. Un "boss", che sa della sua attività, tenta di ricattarlo e di imporgli una "protezione" che gli ridurrebbe lo scarso guadagno. Cazzillo, stanco di stare nel collegio al quale è stato affidato dal padre che sognerebbe un futuro migliore per lui, è fuggito e si trova sul convoglio. Lo stesso personale del treno, messo in allarme da inesorabili telegrammi ministeriali e in attesa dell'arrivo di un Ispettore Capo, si trova costretto ad una estenuante e notturna caccia all'uomo. Quando la stazione di Napoli è ormai in vista, Michele finisce nelle mani dei cacciatori: verrà aiutato un po' da tutti e, soprattutto, verrà salvato da una astuta sceneggiata del figlioletto. Il personale del treno, i poliziotti e lo stesso Ispettore se la caveranno non firmando il verbale dell'arresto e rimbalzandoselo vicendevolmente.