| | All'anagrafe: Stefano Vanzina |
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Etą alla morte: 70 anni | Data di nascita: 19/01/1917 | Segno Zodiacale: Capricorno | Luogo di nascita: Roma | Data di morte: 12/03/1988 | Luogo di morte: Roma |
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| Regista e sceneggiatore. Padre di Enrico e Carlo. Appassionato di cinema sin da giovanissimo e con una spiccata vocazione all' umorismo, durante il periodo universitario si iscrive al Centro Sperimentale di Cinematografia e contemporaneamente collabora come redattore al giornale comico- umoristico " Marc'Aurelio", fucina di cineasti quali Fellini, Scola, Age, Scarpelli. Nel 1939 si laurea in giurisprudenza e comincia la carriera di soggettista e sceneggiatore. Il suo primo impegno è per "Imputato alzatevi" (1939) di Mario Mattioli, interpretato dall'attore Erminio Macario. In seguito scrive circa una trentina di film, lavorando con importanti registi fra cui Bragaglia, Freda, Borghesio, Alessandrini e Costa, finché nel 1949 è lui stesso a dirigere, insieme a Mario Monicelli, la commedia "Al diavolo la celebrità". E' l' inizio di un lungo sodalizio che li porterà a realizzare insieme ben nove film fra cui il famoso "Guardie e ladri" (1951) con i due attori comici più amati di quegli anni: Aldo Fabrizi e Totò. Nel 1952 Steno si mette in proprio e firma alcune esilaranti e divertenti commedie che gli offrono, fra l'altro, la possibilità di lavorare con attori di fama internazionale. Nel 1953 " L'uomo, la bestia e la virtù", tratto dall' omonima opera pirandelliana, ospita nel suo cast addirittura Orson Welles. La sua ascesa è ormai inarrestabile e i suoi film successivi fra cui "Un americano a Roma" (1954), "Piccola posta" (1955), "I due colonnelli" (1962), "Arriva Dorrelik" (1967) riescono non solo a far divertire il suo pubblico ma rappresentano, con un'ironia tutta personale, i vizi e le virtù dell'Italia del dopoguerra. Determinante in questa direzione è sicuramente lo stretto rapporto professionale che lo lega a Totò, icona del napoletano disoccupato che ogni giorno deve usare la fantasia per superare il problema della fame. Nel 1976 realizza uno dei suoi più grandi successi "Febbre da cavallo", interpretato da Gigi Proietti, che diviene un vero e proprio cult movie tanto che i figli, Carlo ed Enrico, che nel frattempo hanno seguito le orme paterne, ne proporranno a distanza di oltre vent'anni una sorta di sequel " Febbre da cavallo- La mandrakata" (2002). Durante tutti gli anni ottanta dirige numerosi film: "Mani di fata"(1983), "Mi faccia causa" (1984), "Animali metropolitani" (1987). Muore a Roma il 13 Marzo del 1988 mentre lavora alla serie televisiva in sei episodi "Il professore". | |
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