| | All'anagrafe: Theodoros Angelopoulos |
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Etą alla morte: 76 anni | Data di nascita: 17/04/1935 | Segno Zodiacale: Ariete | Luogo di nascita: Atene, Grecia | Data di morte: 24/01/2012 | Luogo di morte: Atene, Grecia |
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| Regista. Nato in una famiglia di commercianti, dopo aver svolto il servizio militare, si laurea in Legge all'università di Atene poi si trasferisce a Parigi per studiare letteratura alla Sorbona. Appassionato di cinema, si iscrive alla prestigiosa scuola HIDEC che, però, lascia nel 1962, per lavorare al Musée de l'Homme dove entra a far parte del gruppo di lavoro di Jean Rouch, etnografo e pioniere del 'cinema diretto'. Torna in Grecia nel 1964 e fino al 1967 si occupa di critica cinematografica e scrive per il 'Demokratiki Allaghi' un quotidiano di sinistra che viene chiuso con l'avvento al potere dei colonnelli. Sospesa l'attività giornalistica, inizia la sua carriera di cineasta. Dopo un primo film mai finito per disaccordi con la produzione ('Peripeteies me tous Forminx', 1965), in cui voleva unire il noir anni'40 alla commedia musicale, e il cortomrtraggio 'La trasmissione' (1968), nel 1970 riesce a dirigere il suo primo lungometraggio 'Ricostruzione di un delitto' che lo porta all'attenzione della critica internazionale grazie alla menzione speciale al Festival di Berlino. Successivamente inizia a realizzare la trilogia basata sulla storia greca dagli anni Trenta ai Settanta, composta da 'I giorni del '36' (1972), 'La recita' (1975) e 'I cacciatori' (1977). Già dal primo dei tre film si evidenziano i tratti caratteristici del regista, l'uso dei tempi morti e il piano sequenza, l'uso dell'inquadratura fissa e dello spazio off. Nelle produzioni successive Angelopoulos definisce ulteriormente il proprio stile rifiutando il tradizionale passaggio dal passato al presente e con 'La recita', raccontando 13 anni di storia greca in maniera acronologica attraverso le peripezie di una troupe teatrale, ottiene il successo di pubblico e il Premio della critica internazionale a Cannes nel 1975. Protagonisti del terzo film, 'I cacciatori', con il quale arriva alle vicende del 1977 sono dei borghesi. Nel 1980 con 'Alessandro il Grande', storia di un anarchico ritenuto un brigante, vince il Leone d'oro alla Mostra del Cinema di Venezia. Nel 1988, ancora a Venezia, si aggiudica un Leone d'argento con 'Paesaggio nella nebbia' in cui due bambini viaggiano alla ricerca del padre emigrato in Germania. Due anni prima aveva firmato 'Il volo', con l'interpretazione di Marcello Mastroianni, qui apicoltore, che dirigerà ancora ne 'Il passo sospeso della cicogna' (1991) dove, come omaggio a Michelangelo Antonioni, ricostruisce la coppia con Jeanne Moreau trent'anni dopo 'La notte'. Del 1995 è, invece, 'Lo sguardo di Ulisse' sulla tragedia dei Balcani vista attraverso gli occhi del suo doppio, Harvey Keitel, che sogna solo di tornare a casa in pace. | |
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