Attore. Marchigiano, piccolo campione di nuoto, si iscrive all'Università dove studia legge fino a quando non viene scelto per una piccola parte nel film di Mario Soldati "Dora Nelson" (1939). E' tuttavia, con "La corona di ferro" (1941, di Alessandro Blasetti) che si afferma prepotentemente come 'nuovo bello' del cinema italiano. Del resto, il dilemma 'più bravo o più bello?' lo accompagnerà per tutta la sua carriera, durata oltre sessant'anni e caratterizzata dalle interpretazioni in circa cento film. Dopo l'esordio, recita con Roberto Rossellini ("Il Pilota ritorna" e "Desiderio") e, subito dopo, incontra Luchino Visconti , che gli affida il ruolo del protagonista in "Ossessione" (1943). Subito dopo la fine della seconda guerra mondiale si conferma attore affidabile e di talento in "Caccia tragica" (1946, di Giuseppe De Santis) e ne "In nome della legge" (1949, di Pietro Germi). Il dopoguerra è, senza dubbio, il suo periodo migliore: lavora, infatti, con Michelangelo Antonioni ("Cronaca di un amore", 1950), Giuseppe De Santis ("Un marito per Anna Zaccheo", 1953) e, soprattutto, con Luchino Visconti in "Senso" (1954) uno dei suoi più grandi successi. Con il passare degli anni, ripiega su ruoli sempre più ordinari a conferma che, probabilmente, il suo periodo migliore è passato. Nonostante questo, recita con Lizzani, Bolognini, e Cottafavi. Alla fine degli anni Sessanta conosce un nuovo, breve, periodo d'oro con Pier Paolo Pasolini, che lo valorizza in "Teorema" (1968)e poi in "Medea" (1970). Due anni dopo Bernardo Bertolucci gli affida la parte dell'amante in "Ultimo tango a Parigi" (1972). A cavallo fra gli anni Settanta ed Ottanta alterna interpretazioni cinematografiche a spettacoli televisivi. Negli ultimi anni, diversi registi della nuova generazione avevano ripreso a cercarlo fra i quali anche Roberto Benigni ("Il mostro"). Muore per un attacco di cuore al Policlinico di Roma, dove era ricoverato. Aveva lavorato fino a poche settimane prima di morire, sul set del film 'La finestra di fronte', di Ferzan Ozpetek, che gli è valso il David di Donatello 2003 (postumo) come miglior attore protagonista.