| | All'anagrafe: Geraldine Leigh Chaplin |
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Etą: 79 anni | Data di nascita: 31/07/1944 | Segno Zodiacale: Leone | Luogo di nascita: Santa Monica, California, USA | | |
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| Geraldine Chaplin, all'anagrafe Geraldine Leigh Chaplin, è nata il 31 luglio 1944 a Santa Monica, in California, dall'attore della slapstick comedy Charlie Chaplin e dalla sua terza moglie, l'attrice Oona O'Neill. La discendenza di Geraldine, però, è ancora più artistica, i nonni, infatti, erano il cantante Charles Chaplin Sr. e l'attrice, ballerina e cantante Hannah Chaplin da parte di padre, mentre i genitori di sua madre erano il drammaturgo e Premio Nobel Eugene O'Neill e la scrittrice pulp Agnes Boulton. Durante un soggiorno in Europa nel 1952, nel corso delle persecuzioni del Maccartismo, il padre viene accusato di favorire il comunismo e viene proibito all'intera famiglia di fare ritorno negli USA. È così che i Chaplin si trasferiscono in Svizzera, dove Geraldine a otto anni inizia a frequentare degli istituti locali che le permettono di imparare, anche fluentemente, il francese e lo spagnolo. A diciassette anni Geraldine abbandona gli studi per dedicarsi alla danza e si trasferisce in Inghilterra per studiare balletto alla Royal Ballet School.
Successivamente sbarca a Parigi per esibirsi a livello professionale, ma la giovane sa di non essere pienamente portata per il ballo e che la carriera danzante non fa per lei, così, delusa da se stessa, decide di rinunciare al suo sogno di diventare ballerina. Nella capitale francese, Geraldine trova un altro sbocco lavorativo, quello della moda, sebbene sia più un lavoro che una passione. Eppure, questa occasione nel mondo del fashion le permette di essere notata da David Lean, che la vuole ne Il dottor Živago (1965) nel ruolo della moglie del protagonista, interpretato da Omar Sharif. Sebbene per la Chaplin questo non fosse il primo approccio al cinema, avendo già recitato ne Le luci della ribalta (1952) di suo padre, è una sorta di esordio trionfale che le consente di aggiudicarsi una candidatura ai Golden Globe come Miglior attrice debuttante. In un'intervista successiva ammetterà che il suo cognome le ha spalancato le porte lavorative, cosa indubbia, ma sono state le sue doti attoriali a garantirle nel corso del tempo una florida carriera.
Successivamente è diretta da Jacques Deray in Rapina al sole (1965) con Jean-Paul Belmondo e come protagonista da Nelo Risi in Andremo in città (1966). Nel 1967 incontra quello che diventerà il suo compagno per un lungo periodo, il regista spagnolo Carlos Saura, con il quale instaura una lunga collaborazione, iniziata con il thriller psicologico Frappé alla menta (1967) e seguita subito dopo da La tana (1969) e Il giardino delle delizie (1970). Gli anni '70 la vedono impegnata in altri importanti sodalizi, come quella con Richard Lester ne I tre moschettieri (1973) e il sequel Milady (1974), dove è la Regina Anna d'Austria, ma anche con Robert Altman, con il quale lavora per la prima volta in Nashville (1975) nei panni della giornalista della BBC Opal (ricevendo una candidatura ai Golden Globe) e in seguito in Buffalo Bill e gli indiani (1976) e Un matrimonio (1978). Con Saura, invece, porta sul grande schermo Cría cuervos (1976), Elisa, vida mia (1977), terminando il loro lavoro insieme con Mamà compie 100 anni nel 1979, anno della rottura del loro rapporto sentimentale. Gli anni Settanta le regalano anche una nomina ai BAFTA Award con Welcome to Los Angeles (1976) e il plauso della critica per il ruolo principale in Ricorda il mio nome (1978), entrambi di Alan Rudolph.
In un'intervista del 1977 a The New York Times, Chaplin racconta di come la sua carriera sia stata maggiormente lanciata in Europa che negli USA, nonostante la riammissione della sua famiglia negli States, notando che i pochi registi americani a lavorare con lei in questo periodo sono Altman e James Ivory, con cui aveva girato Roseland (1977). Questa linea di tendenza è confermata anche nel decennio successivo, che la vede maggiormente coinvolta in ruoli francesi con Claude Lelouch in Bolero (1981), Alain Resnais ne La vita è un romanzo (1983) e Jacques Rivette ne L'amore in pezzi (1984). Gli anni '80 portano alla luce il secondo sequel Il ritorno dei tre moschettieri (1989) di Lester e un nuovo film con Rudolph, Moderns (1988), ambientato nella Parigi degli anni '20. Successivamente riceve un ruolo in Charlot (1992), bio-pic sul padre, nel quale l'attrice interpreta sua nonna, Hannah Chaplin, aggiudicandosi una candidatura ai Golden Globe.
Lavora con Daniel Day-Lewis, Michelle Pfeiffer e Winona Ryder ne L'età dell'innocenza (1993) di Martin Scorsese e con Charlotte Gainsbourg e William Hurt in Jane Eyre (1996) di Franco Zeffirelli. In questi anni a darle maggior lustro c'è anche la TV, che la vede impegnata sul set delle miniserie I viaggi di Gulliver (1996) come l'imperatrice Munodi e dell'Odissea (1997) come la nutrice Euriclea. Nell'ambito televisivo la fine degli anni '90 vede la Chaplin nstaurare un sodalizio a tema religioso con il regista Kevin Connor, che la vorrà nel ruolo di protagonista nel telefilm Madre Teresa (1997), nei panni della cugina di Maria, Elisabetta, in Jesus (1999) e di Iochebed, madre di Mosè, nella miniserie In the Beginning - In principio era (2000). Il nuovo millennio si apre con la vittoria del Premio Goya come Miglor attrice non protagonista per En la ciudad sin límites (2002) di Antonio Hernández; quest'ultimo, però, non è l'unico regista spagnolo con cui lavora negli anni Duemila, perché anche Pedro Almodóvar la vuole nel drammatico Parla con lei (2002). Inizia con i Duemila un periodo in cui la Chaplin prende parte a diverse pellicole dell'orrore, in cui riveste principalmente il ruolo di medium: The Orphanage (2007) di Juan Antonio Bayona, BloodRayne (2005) di Uwe Boll e Wolfman (2010) di Joe Johnston; mentre con Imago mortis (2008) ha la possibilità di recitare per la prima volta accanto alla figlia Oona Chaplin.
Con una lunga e florida carriera alle spalle, l'attrice non ha di certo problemi di ingaggi, anche se è stata l'Europa a offrirle più opportunità all'inizio della professione e resta ancora l'Europa il paese che le permette di lavorare con più costanza, non esitando a dipingerle addosso ruoli sempre più adatti alla sua età. È, infatti, la nonna di due personaggi sessualmente disinibiti nei drammaticamente erotici Melissa P. (2005) di Luca Guadagnino e Valérie - Diario di una ninfomane (2008). Avendo già lavorato con lei diverse volte, J.A. Bayona la scrittura per il sequel Jurassic World - Il regno distrutto (2018). | |
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