Attore. Nato e cresciuto nel degradato quartiere Queens di New York, ha un'adolescenza irrequieta e ribelle. A salvarlo dalla delinquenza è la passione per la recitazione. Fin da piccolo ama esibirsi alle feste dei suoi coetanei come mago e si fa chiamare 'Il meraviglioso Adrien'. Incoraggiato dalla madre, la fotoreporter Silvia Plachy, si iscrive all'American Academy of Dramatic Arts e poi alla High School for Perfoming Arts. A dodici anni è già sul piccolo schermo accanto a Mary Tyler Moore nella sit-com "Anne McGuire" e nel film "Home at Last" di David Devries. A diciannove anni si trasferisce a Los Angeles per tentare la fortuna sul grande schermo e nel 1993 ottiene un piccolo ruolo in "Piccolo grande Aaron" di Steven Soderbergh ed è subito notato dalla critica. Dopo una serie di film indipendenti, tra cui "Angels" (1994) di William Dear e "L'ultima volta che mi sono suicidato" (1997) di Stephen T. Key, arriva la grande occasione con "La sottile linea rossa" (1998) di Terrence Malick. Il regista lo sceglie per il ruolo del soldato Fife, alter ego di James Jones, autore dell'autobiografia da cui è tratto il film, ma in fase di montaggio vengono tagliate tutte le scene interpretate da Brody tranne un intenso, muto, sguardo di paura, senza nessuna battuta. Per l'attore è un duro colpo, oltre alla frustrazione di non vedere sullo schermo il risultato delle sue fatiche, quei sei mesi passati sul set in Australia gli sono costati l'abbandono da parte della fidanzata e il pericolo di andar fuori di testa come un vero soldato al fronte, lontano dal suo paese, dagli amici e dalla famiglia. Ma i suoi sforzi non sono stati vani visto che in seguito lo stesso Malick invia a Spike Lee la cassetta con il provino di Brody, e il regista lo sceglie per interpretare Ritchie, il punk travestito ingiustamente ritenuto un serial killer in "SOS - Summer of Sam - Panico a New York" (1999), ruolo che gli procura il riconoscimento della critica. Giunto oramai nello Stardom, arrivano le offerte dai grandi Studios, nel 1999 recita in "Liberty Heights" di Barry Levinson e nel 2000 in "Bread and Roses" di Ken Loach, presentato al Festival di Cannes. Nel 2002 è Wladyslaw Szpilman il musicista che grazie alla sua arte è riuscito ad uscire vivo dal ghetto di Varsavia nel film "Il pianista" di Roman Polanski. Grazie a questo ruolo, nel 2003 si aggiudica l'Oscar e il premio César come miglior attore protagonista.