| TRAMA: Figlio di Etienne, magistrato e amministratore reale, Blaise a sedici anni si trasferì con il padre e con la sorella Jacqueline a Rouen nel 1639 quando, dopo un periodo di disgrazia, l'anziano Pascal venne nominato intendente. In quel periodo il ragazzo precoce stupì scrivendo un Essay pour les coniques e inventando, tre anni dopo, una macchina calcolatrice. In quegli stessi anni, l'eccessiva applicazione allo studio favorì una sua malattia che, non bene diagnosticata, l'avrebbe condotto immaturamente alla morte. Nel 1646, furono chiamati come chirurghi al letto del padre, che si era rotto una gamba scivolando sul ghiaccio, Adrien e Jean Deschamps, due gentiluomini che l'abate di Saint-Cyran aveva iniziato al giansenismo. All'austera dottrina, molto vicina alla rigida religiosità della famiglia Pascal, venne guadagnato per primo Blaise; quindi la sorella Jacqueline e infine la sorella Gilberte, maritata a Florin Perier, venuta a Rouen sul finire dell'anno. Da quel periodo, le preoccupazioni spirituali e intellettuali di Blaise si ripartirono tra il culto delle scienze e quello della teologia. Polemizzando a volte e, in altre occasioni, dialogando con numerose e illustri personalità, Pascal ebbe modo di affermare il predominio della ragione nel campo scientifico e la priorità del cuore nel campo religioso. La morte del padre, avvenuta nel 1651, segnò una specie di contrasto con la sorella minore. Infatti, avendo Jacqueline espresso il desiderio di ritirarsi nel monastero di Port-Royal, che Blaise aveva appoggiato mentre era vivo il padre, lo ostacolò a sua volta in seguito sino al punto di negarle la dote tradizionale nella speranza che fosse rifiutata da quella roccaforte del misticismo. Ma Jacqueline fu accolta ugualmente e Blaise, trasferitosi a Parigi, cadde in un periodo di rilassatezza. Prese a frequentare i salotti dell'alta società, riprese i suoi studi matematici e fisici, si dedicò alla costruzione di una sorta di omnibus ("carrosse à cinq sols"). Ma, specialmente in occasione della prodigiosa guarigione della nipotina Marguerite Perier, tornò al primitivo fervore. Si ritirò presso la sorella Gilberte; mirò sempre più al distacco dal mondo e alla mortificazione dei sensi, sopportando le forti sofferenze che gli venivano dalle sue malattie, mise un grande impegno nell'esercizio della carità verso i poveri. Morì santamente e fu sepolto, secondo la sua volontà, a Saint-Etienne-du-Mont. |
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