| TRAMA: Elena, rimasta vedova con due figli, Martina e Sandro, li ha allevati con sacrifici gestendo un piccolo banco di antichità in una piazza di Milano. Con stupore e angoscia un giorno scopre che il figlio sedicenne si droga. Subito comincia per la sventurata una durissima lotta, fra pietà, cedimenti e resistenze. Sandro vive di eroina, esige soldi dalla madre, ruba alla sorella il suo computer mentre lei si sta preparando per un concorso, ruba due quadri in una villa del cremonese, dove si è recato con Elena per contrattare l'acquisto di pezzi antichi. Scoperto dalla Polizia, Sandro viene mandato in riformatorio. Uscitone, riprende la sua vita sregolata, non lavora con la madre che ha tentato di avviarlo sotto la sua guida alla sua stessa occupazione, si droga, diventa violento, si mette con una ragazza e la induce a bucarsi, fa rarissime apparizioni in casa da cui intanto Marina se ne è andata, sempre tormentando la madre costretta a debiti e umiliazioni. Ad Elena sembra che all'enorme problema non esista soluzione, né da parte di private istituzioni di terapia e recupero, né dello Stato, tenuto anche conto della insofferenza ed esasperazione della gente di fronte al caso suo, che è poi quello di moltissimi altri genitori. L'ingresso non facile di Sandro in una comunità, dove la disciplina ed il rigore sono la norma, si conclude presto per il ragazzo, che fugge da essa al massimo della aggressività. Il ragazzo assale la madre mentre sta caricando sotto casa il camioncino: sbattuta più volte per terra e ormai ridotta alla disperazione totale, l'infelice donna insegue con l'automezzo Sandro lungo i Navigli e, investendolo, lo uccide. |
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