TRAMA: Marcello Rinaldi è un fatuo avvocato sessantenne, che ha successo e quattrini, mentre suo figlio Michele è un trentenne serio e timido, laureato in lettere, che sta per terminare il servizio militare a Civitavecchia. Spinto dal desiderio di trovare col figlio quel dialogo che è stato sempre impossibile, Marcello va a trascorrere con lui un'intera giornata, e, appena lo incontra, per ingraziarselo, gli comunica di avergli preparato due regali: una macchina di lusso ed uno splendido attico a Roma. Ma il giovane dimostra solo imbarazzo per questi regali, mentre più tardi è felice per un dono più modesto: l'orologio d'argento, che apparteneva al nonno ferroviere, e che gli ricorda momenti felici della sua infanzia. Michele non ha per il futuro grandi aspirazioni, ma certo vuole scegliere da sé la sua strada. L'invadenza e la possessività del padre lo irritano, cosicchè i due, che non si comprendono, litigano spesso, mentre le ore di questa lunga giornata trascorrono lentamente. Marcello sa di non conoscere veramente suo figlio, e di essergli stato troppo lontano, per motivi di lavoro, perciò ora lo interroga continuamente, per arrivare a capirlo. Si fa anche condurre a casa di Loredana, una ragazza, con la quale il giovane ha un legame, e, in assenza di lui, le fa domande molto indiscrete. Infine padre e figlio vanno in un bar, dove Michele si trova a suo agio, fra amici di condizione modesta, e, vedendolo in tali compagnie, il padre ne rimane contrariato. In seguito Marcello, che è stato sempre geloso dell'attaccamento di suo figlio per la madre, gli rivela una presunta infedeltà di lei, avvenuta molti anni prima, provocando l'indignazione del giovane, che si allontana subito. L'anziano avvocato allora si reca alla stazione in attesa del treno per Roma. Michele lo raggiunge inaspettatamente, e, tirato fuori l'orologio del nonno, invita il padre a fare con lui il giochetto infantile: "Che ora è?"