Figlio di un dipendente dell'Alitalia e di una casalinga, Raoul Bova nasce il 14 agosto del 1971 a Roma e, prima di approdare al cinema, tenta la strada dello sport - del nuoto, per la precisone, disciplina in cui eccelle già a 15 anni, quando diventa campione giovanile nei centro metri a dorso.
Dopo il diploma presso l'istituto magistrale, il nostro si iscrive all'Isef, senza però terminare gli studi. Finito il servizio militare nel corpo dei bersaglieri, frequenta i corsi di recitazione della scuola di Beatrice Bracco e, dopo averla abbandonata, esordisce in televisione nello sceneggiato con Sabrina Ferilli e Giuliano Gemma Una storia italiana (1992). Il suo primo film da attore per il grande schermo è invece Mutande pazze (1992) di Roberto d'Agostino. Nello stesso anno Bova appare in Quando eravamo repressi, per poi trovare improvvisamente il successo grazie ai fratelli Vanzina, che lo scelgono come protagonista maschile di Piccolo grande amore (1993), love-story fra un maestro di surf e una principessa straniera. Forte di una scena in cui esce dall'acqua mostrando un fisico perfettamente scolpito, Raoul si impone come una delle più promettenti novità del giovane cinema italiano e, nel 1995, si assicura una parte in Palermo - Milano: solo andata, a cui seguirà nel 2007 -sempre per la regia di Claudio Fragasso - Milano Palermo: Il ritorno.
Se il 1996 è per l'attore l'anno di Ninfa plebea e de La lupa, il periodo compreso fra il 1997 e il 2000 lo vede molto impegnato con la tv. Da ricordare anche un calendario della rivista Max in cui sceglie di posare nudo.
Il primo decennio del nuovo millennio porta diverse occasioni a Raoul Bova, che nel 2001 lavora con Pupi Avati ne I cavalieri che fecero l'impresa. La scarsa popolarità del film e la sfortuna di non trovare un ruolo che lo soddisfi pienamente spingono l'attore a guardare all'industria cinematografica americana: nel 2002 arriva per lui la possibilità di affiancare Sylvester Stallone in Avenging Angelo, e quasi contemporaneamente Audrey Wells lo dirige insieme a Diane Lane in Sotto il sole della Toscana.
Nel 2004 sarà la volta di Alien vs Predator, ma prima di questo horror fantascientifico Bova incontrerà un regista che lo aiuterà nuovamente a spiccare il volo: parliamo di Ferzan Ozpetek, che nel 2003 gli affida la parte di Lorenzo ne La finestra di fronte. Per l'attore un altro sodalizio importante è quello con Federico Moccia, che nel 2008 lo chiama a capitanare il cast di di Scusa ma ti chiamo amore, tratto da uno dei suoi romanzi più celebri. L'autore di "Tre metri sopra il cielo" lo ingaggerà anche per Scusa ma ti voglio sposare (2010). A questi film leggeri e romantici, Raoul Bova decide di alternare opere più serie: pensiamo soprattutto a Io, l'altro (2007) - del quale è anche produttore e che racconta l'incontro-scontro fra un siciliano e un esiliato tunisino - e Sbirri (2009) – che tratta di giovani e droga incrociando realtà e finzione.
Pur non disdegnando il piccolo schermo, negli anni immediatamente successivi Raoul intensifica la sua attività davanti alla macchina da presa e ne La nostra vita (2010) di Daniele Luchetti dimostra di essere molto cresciuto professionalmente. A notare questa sua maturazione è Paolo Genovese, che prima con Immaturi (2011) e poi con Immaturi - Il viaggio (2012) lo trasforma nel volto della nuova commedia semiseria all'italiana. Sempre nel 2011 Raoul Bova incontra Massimiliano Bruno, che in Nessuno mi può giudicare gli fa dividere il set con Paola Cortellesi. I due attori lavoreranno nuovamente insieme in Scusate se esisto! (2014), film di Riccardo Milani nel quale Raoul Bova farà la parte di un gay. Passando ai duetti con colleghi dello stesso sesso, sono da segnalare l'accoppiata con Edoardo Leo in Buongiorno papà (2013) e la collaborazione con Luca Argentero in Fratelli unici (2014).
Nel 2015 Bova si fa infine dirigere da Michele Placido ne La scelta, lavora per la terza volta con Paolo Genovese – impersonando il fattore Renzo in Sei mai stata sulla Luna? - e divide la scena con Ricky Memphis in Torno indietro e cambio vita.