| | All'anagrafe: Carlo Verdone |
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Etą: 74 anni | Data di nascita: 17/11/1950 | Segno Zodiacale: Scorpione | Luogo di nascita: Roma, Italia | | |
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| Carlo Verdone, noto all'anagrafe anche con il secondo nome di Gregorio, è nato a Roma il 17 novembre 1950 da Rossana Schiavina e dal critico cinematografico Mario Verdone, che ha contribuito in primis ad avvicinare il figlio al mondo del cinema, condividendo con lui la sua passione. Dopo la maturità classica e il diploma in regia al Centro Sperimentale di cinematografia di Roma, Verdone si è laureato con il massimo dei voti in Lettere Moderne con una tesi interdisciplinare in Letteratura e cinema muto italiano. Durante gli anni '70 si cimenta nella regia con piccoli cortometraggi, sperimentazioni dedite a illustrare la cultura artistica di quegli anni, con particolare attenzione all'underground cinematografico americano. Come ogni regista in erba, la gavetta che lo attende lo vede ricoprire diversi ruoli, soprattutto come assistente ed è in quest'occasione che collabora talvolta anche con Franco Zeffirelli. La sua prima esperienza come attore, invece, è dovuta ad un caso di fortuna o sfortuna, che dir si voglia, quando si ritrova costretto a sostituire alcuni attori malati per uno spettacolo del Gruppo Teatro Arte, diretto da suo fratello. È qui che le sue grandi doti mattatoriali e il suo trasformismo emergono per la prima volta e non bisogna attendere molto prima che si affermino in TV; infatti, dopo aver portato in scena dodici personaggi diversi a teatro con la perfomance Tali e Quali nel '77, riesce l'anno seguente a ritagliarsi un piccolo spazio televisivo in quella fucina di talenti che è stato Non Stop. Caratteri e macchiette che entrano anche nel suo primo film, Un sacco bello (1980),venuto alla luce dopo l'incontro con il maestro Sergio Leone, da cui Carlo apprende tecnicamente come girare su un set. L'esordio gli vale subito un David di Donatello e un Nastro d'Argento come miglior attore esordiente di quell'annata. Leone gli rimarrà accanto in veste di produttore anche nella sua opera seconda, Bianco, rosso e Verdone (1981), commedia che lancia anche altre importanti collaborazioni, come quella con Elena Fabrizi, la nota Sora Lella, e l'altra con gli sceneggiatori Leo Benvenuti;e Piero De Bernardi, a cui il regista si appoggerà fino alla loro dipartita.
Gli anni '80 sembrano affermare la sua doppia natura virtuosistica di attore e regista con un'escalation di premi ricevuti dalle sue commedie, che iniziano a distaccarsi dal comico viscerale per dirigersi maggiormente verso la commedia italiana, Verdone diventa così un ritrattista dell'italiano medio a cavallo tra gli '80 e i '90. Intanto, continua a cooperare con personaggi di rilievo del cinema italiano, come il grande Alberto Sordi, al quale, nonostante l'approccio stilistico diverso, è spesso associato come erede e con cui ha avuto uno scambio lavorativo: Verdone è stato diretto da Sordi in In viaggio con papà(1982), mentre quest'ultimo è stato diretto dal suo più giovane collega in Troppo forte(1986). Proprio in memoria di Sordi nel 2013 girerà Alberto il Grande, un documentario che ripercorre la vita dell'iconico attore romano. Molti altri sono gli interpreti a lui contemporanei che prendono parte ai suoi lavori, come in Compagni di scuola (1988), dove hanno preso parte molti degli attori affermati coetanei a Verdone.
L'ultimo decennio del XX secolo lo vede dirigersi verso film più umoristici, una commedia che diverte sì, ma che lascia l'amaro in bocca, gettando sotto gli occhi degli italiani l'inadeguatezza della società in cui vivono, che tende ad alienare l'uomo; uno sguardo cinico a chi viene isolato, allo strambo, al nevrotico. Uno stile che senza distaccarsi troppo dai dettami della commedia italiana, dà risalto ad un cinema più impegnativo, di cui Verdone diventa uno dei massimi fautori con la sua mimetica, la sua dialettica, la sua camaleontica presenza, tanto da consacrarlo come uno degli attori più amati dal pubblico italiano. Sono un esempio di questo periodo Maledetto il giorno che t'ho incontrato (1992), Al lupo al lupo (1992) o Viaggi di nozze (1995).
Con un nome ormai affermato pienamente, Carlo Verdone apre il terzo millennio con una carrellata di commedie a cadenza biennale, che interagiscono con altri generi, inglobandoli e rilasciando allo spettatore un prodotto che in sé, come nel decennio precedente, non ha solo la venatura comica, ma è multiforme: si va dalla drammaticità di C'era un cinese in coma (2000) fino al sentimentalismo latente di L'amore è eterno finché dura (2004). Il regista, però, non rinnega cosa lo ha portato al successo e decide nel 2008 di riportare in scena i personaggi caricaturali di Bianco, rosso e Verdone e Viaggi di nozze con cui si è fatto conoscere durante la sua carriera, scegliendo i più amati per inserirli in Grande, grosso e...Verdone (2008). Parodia, deformazione, eccesso sono ingredienti che lo distinguono e che continua ad inserire nei suoi lavori anche quando tenta di non forzare troppo la mano sulla caratterizzazione dei personaggi; un umorismo pirandelliano rintracciabile già in Io, loro e Lara (2010), Sotto una buona stella (2014) e che insieme a Benedetta follia (2018) ci restituisce i dilemmi dell'uomo odierno e del continuo tentativo di divenire, di cui ridiamo proprio perché ci immedesimiamo e ci ritroviamo nei suoi atteggiamenti, bizzarri quando li vediamo al cinema, normali quando siamo noi gli agens. Carlo Verdone potrebbe essere definito, oltre che regista e attore, anche ritrattista del nostro tempo, capace con la sua sottile ironia di farci sorridere dei nostri stessi difetti, che esorcizziamo nei suoi film grazie anche a quei comportamenti eccessivi dei suoi personaggi che ci fanno pensare:"anche io sono un po' così, ma lui è esagerato".
L'attore e il regista Verdone, però, non sono strettamente legati all'interno della sua carriera, infatti Carlo ha partecipato come interprete a tantissimi film non diretti da lui, come la trilogia di Manuale d'amore di Giovanni Veronesi, nonché il Premio Oscar La grande bellezza di Paolo Sorrentino, per cui ha vinto un Nastro d'Argento come Miglior attore non protagonista.
A Verdone è riconosciuta la capacità di aver messo in luce con la sua regia diverse attrici italiane, molte delle quali hanno vinto premi e onorificenze proprio grazie all'interpretazione nei suoi film, di cui Asia Argento, Margherita Buy ed Elena Sofia Ricci sono solo tre nomi. Nel 2013 Gianfranco Giagni e Fabio Ferzetti hanno presentato al Festival del Cinema di Roma il documentario Carlo! in onore della sua carriera, ripercorrendo il mito di Verdone tra scene clou e aneddoti raccontati da chi ha lavorato con lui.
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