| TRAMA: "La grande scrofa nera" sarebbe "la famiglia", secondo la dichiarazione di una terribile vecchina, unica superstite di tre generazioni componenti la casata dei Mazzara. Enrico Mazzara, aperto agli interessi dei nuovi tempi, ha un po' ingenuamente introdotto in casa, sposandola, Anita, una entraîneuse: Ma "la famiglia", - dichiara la nonna reduce da una simile esperienza - "come tutte le associazioni a delinquere, odia gli estranei". Gli uomini di quella famiglia ("Uomini? Maiali!", precisa la nonna) sono il padre di Enrico, vedovo, autoritario, fustigatore di costumi e scostumato per conto suo (ha una relazione con una vedova, e con la di lei figlia); un fratello maggiore con aspirazioni, e gelosia, di potere; il secondogenito, primitivo, ottuso e brutale; Francesco, scemo e degenerato; Cristina, con tendenze incestuose (provoca oscenamente Francesco e lo incita a violentare la cognata). Il clima è un miscuglio di moralismo, orgoglio, calunnia e sopraffazione, dove una pratica religiosa, istintiva e oscurantista, non è soltanto una "cosa inutile" (come dichiara una strana figura di medico alcoolizzato, adultero e altruista), ma turpe copertura dei più bestiali istinti. Gli sforzi, peraltro ingenui e maldestri, di inserimento che compiono i due sposini sortiscono sempre l'effetto contrario. Anita vuole fuggire. La nonna sogna di far saltare tutto con la dinamite. Le liti con la famiglia e col marito irritato inducono Anita a fuggire effettivamente col medico Ramez, che muore in viaggio per colera. Enrico la raggiunge, cerca di riportarla a casa, poi è tentato di ucciderla, infine resipisce e torna con lei per un ultimo tentativo. Ma per incarico del padre, i fratelli violentano a turno la cognata. Enrico uccide i fratelli, la sorella e il padre, poi fugge con la nonna (che si fidanzerà con "un bel vecchietto") e con la moglie, che morirà in manicomio; finalmente, si consegna alla polizia. |
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