| TRAMA: Tornando nell'immediato dopoguerra e in divisa militare nel paese cecoslovacco dove abitò con lo zio Ernst Fuchs, il giovane Emil racconta del suo parente cui era molto legato, un ebreo céco, ginecologo ricco e stimato, molto affettuoso con lui, un ragazzo irrequieto, che la madre - una delle quattro sorelle del dottore - gli aveva inviato per raddrizzarlo un po'. Zio Ernst, sposato con una giovane ungherese, aveva divorziato per il tradimento della donna e poi aveva eletto al ruolo di moglie la domestica Marta, una grassona dal cuore d'oro, timida e proveniente da una modesta famiglia rurale tedesca. Malgrado tante differenze di condizione e cultura a cui lo zio non dava alcuna importanza, l'unione tra il medico e Marta, era stata più che felice. Emil ricorda le attenzioni in quel periodo così piacevole che a lui (detto "il signorino") riservava Marta. C'erano, tuttavia, sia la palese ostilità di sua madre e delle zie contro "l'intrusa", sia il disprezzo altrettanto chiaro di Werner, uno dei due fratelli di Marta, fiero delle proprie radici germaniche e fervente filonazista. Quando l'esercito di Hitler invade il Paese, la professione e l'esistenza di Ernst, cèco e soprattutto ebreo, sono minacciate. Dal momento che le sorelle ostacolano il suo desiderio di partire per un altro Paese, sgomente alla sola idea di lasciare la casa paterna per l'ignoto, Ernst voleva divorziare per salvare dalle prevedibili persecuzioni Marta e permetterle un altro destino, ma la moglie devota ed affezionata rifiutava di abbandonarlo. Separata a forza per mano dei fratelli Werner (ora ufficiale nazista) e Bertil, la donna resta isolata e disperata, per lanciarsi infine sotto un treno. Emil, ormai giovanotto, rivive sul posto ricordi, momenti e presenze di persone scomparse, delle quali l'invecchiato Bertil gli dà vaghe notizie. |
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