| TRAMA: Per i risultati delle analisi prescrittegli dal moglie dottoressa, lo psichiatra Pierre Francois Le Clainche ha motivo di essere inquieto: un secondo infarto per lui è una minaccia ed egli dovrebbe guardarsi da ogni eccesso. In realtà sa benissimo quale sia la vera ragione della irritabilità e dell'umor nero: è infatti alle soglie della vecchiaia e depreca di non essere, come vorrebbe, "in forma". Va a trovare la sua amante sulle spiagge della Charente per renderla edotta, e poi, tornando a casa e alla sua clinica, vede addormentata in treno una splendida giovane. E' Odile e per lo psichiatra comincia l'infatuazione. Lui le fa una corte discretissima, ma senza equivoci: lei dapprima gli sorride, poi la sera in cui in automobile l'uomo la bacia con trasporto, Odile lo spinge fuori sull'asfalto. Dibattuto tra il senso del ridicolo e la gelosa ammirazione per la giovane (che dà lezioni di tennis), Le Clainche la segue e insiste. Odile frattanto ha conosciuto Jeanjean, un imbonitore, che in un parco-giochi gestisce il padiglione del "nudo-erotico" con quattro spogliarelliste. Stranamente la ragazza è affascinata da quei corpi impudentemente offerti agli spettatori per eccitarli. Va perfino, accompagnata dallo spasimante, a visitare le "artiste" nel loro camper, e qui le giovani - struccate, rivestite da semplici gonne e golfini, occupate a fare sandwich o a stirare - sembrano assolutamente semplici e naturali, dopo i lustrini e le oscene esibizioni della notte. Le Clainche, coinvolto nei vortici del proprio velleitarismo senile, ha un rapporto con Odile. Dopo di che ha un malore e Jeanjean lo fa ospitare in una squallida stanza di un infimo albergo. Non gli capita il paventato infarto, mentre Odile (che ha avuto nel corso delle sue ultime giornate alcune emorragie, più la sua personale esibizione nuda tra le altre donne) eccitata dalle numerose mani che tentano di toccarla mentre è scesa in platea, dopo essere svenuta, muore. Al professore (che attraversa un bosco e poi la terra rossastra del tennis) sembra di risentire ancora quella voce e lo schiocco delle palle da gioco, mentre forse l'ultima illusione dei propri sensi è amaramente caduta per sempre. |
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