| TRAMA: A Budapest, nel 1936, Silvia, una ricca borghese senza figli, si fa amica di Irene, una giovane ebrea commessa in un magazzino, che persuade per denaro a dare un figlio al proprio marito, il capitano Akos. Irene è sterile, ama suo marito, il suo vecchio padre deve lasciare per testamento a lei e ai suoi figli un ingente patrimonio, ma la donna figli non può averne: da ciò il contratto. Il marito ed Irene, sulle prime riluttanti ambedue, finiscono con il cedere. La giovane rimane incinta, si trasferisce nella spendida e comoda casa della coppia; a poco a poco, Silvia finisce con l'identificarsi nell'amica, soffrendone gli stessi malesseri, assumendone le stesse abitudini, abbigliandosi spesso come lei. Akos, all'occorrenza, presenta addirittura Irene come la propria moglie (e Silvia come la di lei sorella) ma, gradualmente, si innamora della giovane amante. Al momento del parto, la esaltazione di Silvia è tale che essa crede di viverlo di persona e, naturalmente, essa si prende il bambino. Sono cominciate anche in Ungheria le prime indagini e vessazioni nei confronti degli ebrei: Akos stesso, che mai è stato filonazista, ha una nonna israelita. Temendo per la sicurezza dell'amante, la isola nella propria villa con il bambino che intanto è nato dal loro amore. Nel 1944, stante la gravità della situazione, Akos implora dalla moglie la consegna dei documenti personali, per salvare la vita di Irene e del figlio. Ma Silvia duramente rifiuta. La Polizia irrompe nella villa e preleva Irene; Akos stesso, che l'ha nascosta, viene posto agli arresti. Irene si è sempre ricusata di fuggire: vuole attendere la morte. Si salverà suo figlio, accolto nella casa di Silvia. |
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