| TRAMA: Il film inizia nel 1926 quando Karol Wojtyla, ancora bambino, a Kalvaria assiste insieme al padre alla rievocazione della passione di Cristo. Lo rivediamo da giovane, a Cracovia, appassionato di letteratura e di teatro. Nel 1939, i Tedeschi invadono la Polonia. Karol ha 19 anni ed è testimone degli orrori dell'occupazione nazista e dell'eroismo del popolo polacco, sostenuto dalla sua tenace fede. Da studente universitario per sopravvivere diventa operaio in una fabbrica chimica, la Solvay e, profondamente affascinato dal card. Sapieha, arcivescovo di Cracovia, decide di farsi sacerdote. Inutile soffermarsi analiticamente sui vari personaggi e sui molteplici episodi del film, che hanno una loro importanza, perchè offrono al regista l'occasione di presentare le varie classi sociali polacche, dai politici ai militari, dagli operai ai contadini, dagli intellettuali agli ecclesiastici, coi loro problemi, la loro mentalità, le loro angosce, le loro lotte, le loro vittorie e sconfitte: così è dello scrittore Tadek, dell'attrice operaia Wanda, di Giosuè ebreo e membro della direzione del partito, del giovane Stefan in contrasto continuo col padre: l'operaio Wladek; dei vari ecclesiastici, sui quali spicca l'eroico padre Kolbe e il principe arcivescovo di Cracovia, card. Sapieha. Così l'epopea di un popolo rivive nell'umile e spesso eroico dramma quotidiano dei suoi figli, sia nei periodi durissimi del nazismo e dello stalinismo, sia negli anni posteriori, simboleggiati dalla città modello socialista, senza chiese: Nowa Huta. Ma il popolo si ribella, innalza una croce, la difende giorno e notte, difendendo in questo modo l'unica sua forza e speranza: la fede cattolica. Alla fine il popolo vince e la chiesa di Nowa Huta è una realtà. Nel frattempo Karol Wojtyla è ordinato sacerdote. Studia a Roma, viaggia in Francia, in Belgio e svolge, in patria, un fruttuoso apostolato nella predicazione, nella scuola, nell'assistenza religiosa agli universitari. Non ancora quarantenne è consacrato vescovo e partecipa al Concilio Vaticano II, ove collabora alla stesura del decreto sulla Chiesa e il mondo contemporaneo. Karol Wojtyla è cardinale, arcivescovo di Cracovia, quando partecipa al conclave, dopo la morte di Giovanni Paolo I ed è eletto Papa. E' un giorno di esultanza, di premio e di trionfo per il cattolicesimo polacco. Il film termina con la visita di Giovanni Paolo II in Polonia, nel 1979, a Cracovia, ove il Papa vestito di bianco, erompe dallo schermo e diventa visivamente il protagonista del film su una folla sterminata, diffondendo un senso di sicurezza e di pace, ove prima era ansia e sgomento. Fra i volti, radianti di entusiasmo e segnati di lacrime, riconosciamo alcuni personaggi del film. Zanussi ha così integrato abilmente un documentario, creando una scena fra le più grandiose del film ed esaltando con Giovanni Paolo II l'epopea di un "Paese lontano", che, oggi, per le sue vicende, è al centro dell'attenzione mondiale. Purtroppo nella versione italiana del film sono stati operati dei tagli di cui uno, almeno, significativo: non si comprende il motivo della scontrosità e anche dell'avversione di Wanda nei confronti di Tadek, che poi diventerà suo marito. La ragione sta nella collaborazione di Tadek col partito comunista. |
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