| | All'anagrafe: Vincenzo Leone |
---|
Etą: 145 anni | Data di nascita: 05/08/1879 | Segno Zodiacale: Leone | Luogo di nascita: TORELLA DE' LOMBARDI, Avellino (Italia) | | Luogo di morte: TORELLA DE' LOMBARDI, Avellino (Italia) |
|
| Regista. Figlio di possidenti dell'Irpinia, compie gli studi presso un collegio di salesiani a Cava dei Tirreni (tra i suoi insegnanti figura il linguista Nicola Zingarelli) e in seguito si iscrive alla facoltà di giurisprudenza dell'Università di Napoli. In questo periodo comincia a interessarsi al teatro e a recitare in una compagnia filodrammatica di cui fa parte anche Bella Starace Sainati. Grazie allo scrittore Edoardo Scarfoglio frequenta personaggi illustri come Matilde Serao, Roberto Bracco e Salvatore Di Giacomo. Nel 1905 entra a far parte della compagnia Talli-Gramatica-Calabresi, con il nome d'arte di Roberto Roberti. Sul primo periodo della sua carriera le notizie rimangono abbastanza incerte, ma sicure sono quelle che riguardano i primi contatti con il cinema, avvenuti nel 1911, quando, per la casa di produzione di Camillo Ottolenghi, la Films Aquila a Torino, interpreta il film "La bufera" di Carlo Alberto Lolli, accanto ad Achille Consalvi, un altro neo-attore. L'anno successivo viene ingaggiato dalla stessa casa di produzione in qualità di direttore artistico, con lo stesso Consalvi, e nel 1913 passa anche dietro la macchina da presa. Nonostante i favori del pubblico, critici e censura spesso osteggiano decisamente i suoi film, non dal punto di vista tecnico ma per i temi trattati. In questo periodo conosce la moglie, Edvige Valcarenghi - in arte Bice Walerian e, dopo il matrimonio, Bice Roberti - che sposa nel 1914. I due lavorano insieme fino al 1917, quando lei decide di ritirarsi a vita privata. Nello stesso anno, Roberti termina il suo lavoro alla Films Aquila a causa del fallimento della casa di produzione. Grazie al suo talento ormai riconosciuto, viene chiamato a Roma dalla Caesar Film per realizzare la versione cinematografica della "Piccola fonte" (1917) con la diva Francesca Bertini come interprete principale. Nasce così la sua collaborazione con una delle maggiori case di produzione italiane e il sodalizio artistico con la Bertini, interrotto nel 1921 solo a causa del matrimonio dell'attrice col conte Paul Cartier (cugino del famoso gioielliere parigino). La brusca interruzione della carriera della diva e l'avvento del fascismo costringono Roberti a un periodo di profonda crisi professionale, dal quale non uscirà più. All'inizio del 1923 gli venne proposto di realizzare la riduzione cinematografica di 'Claudio Particella, l'amante del cardinale', un romanzo scritto da Benito Mussolini, ma il regista - secondo una testimonianza del figlio Sergio - dopo aver letto il libro rifiutò di occuparsene. Nel 1925 gira per l'E.F.A. di Roma due film: "Fra Diavolo" e "Napoli che canta". Nel 1929, dopo molti anni di matrimonio, nasce il figlio Sergio e in questo stesso anno Roberti realizza "Assunta Spina", dal dramma di Salvatore Di Giacomo, con Rina De Liguoro e Febo Mari nei ruoli che erano stati di Francesca Bertini e di Gustavo Serena. A questo film segue un lungo periodo di inattività, durato circa dieci anni, per ragioni personali ma soprattutto per ragioni politiche visti i cattivi rapporti con il regime. Era però anche diventato il segretario generale della corporazione dei registi e questo gli permise di salvarsi nonostante si fosse fatto a torto la fama di essere comunista. Da allora in poi dirigerà solo tre film: "Il socio invisibile" (1939), "La bocca sulla strada" (1941, prima volta di Sergio Leone sullo schermo nel ruolo di un bambino) e "Il folle di Marechiaro (1952, anche qui il figlio ha un piccolo ruolo interpretando un soldato americano). La sua vita termina lontano dai riflettori, nel tranquillo paese natio, dove era ritornato ad abitare alla fine degli anni '40 e dove muore nel 1959. | |
|
|