Attore di punta delle commedie e dei melodrammi romantici nella America degli anni Cinquanta, il suo nome d'arte gli è stato suggerito dalla sua prima partner sul grande schermo, l'attrice Barbara Stanwyck. La sua è una famiglia ricca e blasonata (vanta persino una discendenza da parte di madre direttamente da Giorgio Washington). Suo padre era un chimico industriale, sua madre un'insegnante. I tre si trasferiscono a Pasadena quando William ha appena tre anni. Il futuro attore non ha nemmeno vent'anni quando, ancora studente di chimica al Pasadena Junior College, viene scritturato dalla Paramount per un film in cui interpreta il ruolo di un giovane combattuto fra l'amore per il violino e la boxe. Inizia così il suo rapporto con il cinema, quello che più tardi lui stesso definirà un "impero di cartapesta". L'attore, infatti, malgrado fosse diventato un vero divo, si è sempre definito un semplice "scrupoloso professionista di un'attività industriale, che produce immagini e incassa denaro". Il suo regista preferito sarà Billy Wilder, che lo vorrà in quattro suoi film: "Viale del tramonto" del 1950; "Stalag 17" del 1953 che frutterà all'attore l'unico Oscar della sua lunga carriera (circa 80 film in 40 anni); "Sabrina" del 1954 e infine il poco conosciuto "Fedora" del 1978. Per la sua bellezza e per i capelli biondi era chiamato "il Golden boy" ma la sua vita non fu felice. Il suo matrimonio (1941) con l'attrice Brenda Marshall, che per dedicarsi a lui abbandona il lavoro, va avanti senza scosse per vent'anni. La moglie gli darà due figli: Peter Wesfield nel 1944 (noto come West) e Scott nel 1946. Completa la famiglia Virginia, la figliastra, avuta da Brenda in un precedente matrimonio e riconosciuta da William. Ma il "quieto vivere" familiare nasconde incomprensioni insanabili fra i coniugi (pare che l'autoritaria e volitiva Brenda approfitti troppo della docilità del consorte) e così i due divorziano nel 1961. Per l'attore si tratta di un cambiamento radicale: da tempo ecologista convinto, utilizzerà la ritrovata libertà per varare progetti forse per troppo tempo meditati, trasferendosi prima in Svizzera e poi in Africa per combattere la sua battaglia in difesa degli animali in via di estinzione (è ancora molto vitale, in Africa, l'attività della "William Holden Wildlife Foundation", che finanzia corsi di educazione ecologica per 10.000 studenti all'anno). Ma non trascurerà certo le belle donne, collezionando una lunga serie di relazioni: con Capucine, la bella modella di Dior, con l'attrice Stephanie Powers ed infine con Patricia Morgan Stauffer, sua ultima compagna di vita, alla quale l'attore, poco prima di morire e dopo una travagliata relazione durata ben dieci anni, aveva promesso di sposarla e di portarla a vivere in Kenia. La sua tragica scomparsa, avvenuta a Santa Monica, il 16 novembre del 1981, è stata senza dubbio, così come quella di Natalie Wood, uno degli eventi più toccanti della cronaca del cinema: l'attore è morto mentre era solo in casa e in preda all'alcol, probabilmente a causa di una ferita che si era procurato accidentalmente sbattendo su uno spigolo di un tavolo e che ha finito per dissanguarlo. Della sua morte ci si rese conto solo dopo tre giorni, quando il custode dello stabile dove abitava il divo ne ritrovò il cadavere. Le sue ceneri furono sparse, come aveva sempre richiesto l'attore, nell'oceano Pacifico.