Attrice. Si trasferisce ancora molto giovane in Italia e nei primi anni trenta inizia, quasi per caso, la carriera d'attrice con film quali "Gli uomini, che mascalzoni..."? e "Addio giovinezza!" In questa stagione interpreta ruoli che la fanno amare dagli italiani: studentessa, impiegata, commessa, sarta. Rimane legata a questi stereotipi anche se, successivamente, confessa che le sarebbe piaciuto interpretare qualcosa di più impegnativo in teatro o in film come "Quattro passi tra le nuvole" e "Ossessione", per cui aveva fatto anche un provino. Dopo la fine della guerra viene accusata (e per questo arrestata) di collaborazionismo durante il Ventennio nonostante lei affermi "che della politica non se ne era nemmeno accorta". Tempo dopo rivelerà che negli ultimi mesi di guerra, poco prima della liberazione di Roma da parte degli alleati, aveva fatto liberare Luchino Visconti (per cui aveva un'infatuazione) prigioniero della banda Koch, dopo un colloquio con lo stesso leader della banda, suo ammiratore. Viene poi scagionata dall'accusa di collaborazionismo senza che, a quanto pare, Visconti faccia nulla per restituirle il favore. Si ritira dalle scene negli anni cinquanta per la pessima accoglienza - come lei stessa rivela - che la critica riserva nel 1949 a "La fiamma che non si spegne" di Vittorio Cottafavi. Da allora reciterà solo in un altro film, "Tempi nostri", di Alessandro Blasetti (1953). Trascorre i suoi ultimi anni di vita in una villa sull'Appia Antica, a Roma, insieme ad un cane, occupandosi di arte, letteratura e psicologia. Muore in un ospedale di Roma a 87 anni per una grave crisi respiratoria. Con lei scompare una delle ultime dive della cinematografia italiana dei telefoni bianchi degli anni Trenta e Quaranta.
ATTORE IN:
Tempi nostri Anno: 1954 Ruolo: La signora sposata ("Scusi ma...")