Attrice. Frutto di un matrimonio finito prima della sua nascita, la piccola Lucille cresce con la madre, una donna costretta a lavorare duro per tirare avanti e che non è in grado di sostenere relazioni sentimentali durature. A sedici anni ha già conosciuto tre padri, uno dei quali le darà il nome di Billie Cassin. Nel 1915 si trasferisce a Kansas City con la madre ed è costretta a fare diversi lavori (lavandaia, commessa, cameriera) per potersi pagare gli studi. Nei primi anni '20 viene espulsa dallo Stephens College a Columbia nel Missouri, un'elegante università per ragazze. Adora ballare e nel 1923 vince una gara di danza che la conduce a Chicago, Detroit e New York come ballerina di fila. Il 1 gennaio del 1925 decide di tentare la fortuna ad Hollywood. Poco dopo il suo arrivo viene notata dagli agenti della MGM ed ottiene un contratto di sei mesi. Dopo aver fatto la controfigura di Norma Shearer in "Lady of the night" di Monta Bell (la Crawford recitava di spalle quando la Shearer, era contemporaneamente sul set, per sostenere un doppio ruolo) e altre particine minori arriva il primo ruolo da protagonista in "Le tre grazie" (Sally, Irene and Mary) di E. Goulding e subito si mette in evidenza per il suo modo di recitare sicuro e raffinato. Nel 1928 arriva il sucesso con "Le nostre sorelle di danza" (Our dancing doughters) di Harry Beaumaunt e diventa una delle dive più pagate di Hollywood. L'avvento del sonoro non è un problema per lei che è dotata di una voce espressiva e gradevole. Il suo primo film "parlato"è"L'indomabile" (Untamed) di Jack Conway del 1929. Con ambizione e costanza riesce a costruirsi un'immagine vincente: un corpo asciutto con le spalle robuste in evidenza, le labbra carnose messe in risalto da rossetti infuocati, i grandi occhi evidenziati dalle sopracciglia sottili. Il costumista della Metro, Adrian, disegna per lei una linea di abiti che rimarrà di moda per vent'anni. Abbandona i ruoli da ragazza ingenua e vivace e si cimenta con personaggi sempre più complessi e drammatici mietendo un successo dietro l'altro soprattutto nei film interpretati al fianco di Clark Gable. Verso gli anni'40 sembra avvicinarsi il declino, ma ancora una volta è in grado di rinnovarsi e in "Il volto di una donna" (A woman's face) di George Cukor dà quella che è forse la sua migliore interpretazione. Nel 1945 riceve il suo unico Oscar come miglior attrice per il film "Il romanzo di Mildred" (Mildred Pierce) di Michael Curtiz. Piano piano la sua fama si affievolisce e viene relegata a ruoli sempre minori finchè nel 1962 gira al fianco della sua eterna rivale Bette Davis il film "Che fine ha fatto Baby Jane?" (What ever happened to Baby Jane?) di Robert Aldrich, ultima prova convincente prima del ritiro nel 1974. In quarant'anni di carriera ha girato più di ottanta film ed ha saputo trasformare la sua immagine più volte, passando dalla commedia ai film drammatici, dal musical al western. Molto movimentata anche la sua vita sentimentale. Tante le relazioni, cinque i matrimoni: con James Welton (1923/24), con gli attori Douglas Fairbanks Jr. (1929/33), Franchot Tone (1935/39), Philip Terry (1942/46) e l'ultimo con il presidente della Pepsi Cola, Alfred Nu Steele, dal 1955 fino alla morte di lui nel 1959 (l'attrice prenderà il suo posto nel consiglio di amministrazione della società). Adotta quattro figli: Christine, Christopher e le gemelle Cathy e Cindy. Nel libro "Mammina cara" (da cui nel 1981 fu tratto il film omonimo di Frank Perry con Fay Dunaway nel ruolo della Crawford), Christine descrive le terribili crudeltà che si nascondevano dietro la facciata di un rapporto con i figli sempre sereno e felice, dipingendo un impietoso ritratto della madre. Dopo il ritiro dalle scene è sempre più dedita alla vodka e votata alla Christian Science. Si ammala di cancro e muore il 10 maggio del 1977, a 69 anni. Della sua considerevole eredità, nulla va ai due figli Christine e Christopher "per ragioni che loro ben conoscono". Ha scr