| | All'anagrafe: Lee J. Cobb |
---|
Etą: 112 anni | Data di nascita: 08/12/1911 | Segno Zodiacale: Sagittario | Luogo di nascita: NEW YORK CITY, New York (USA) | | Luogo di morte: WOODLAND HILLS, Los Angeles, California (USA) |
|
| Attore. Figlio di un direttore di giornale, fin da piccolo è un prodigio nel suonare il violino e l'armonica. Suo malgrado, però, si rompe il polso e il sogno di una carriera come violinista svanisce in fretta. Avrebbe potuto dirottare sull'armonica, tuttavia, il piccolo Lee non ci sta: da adolescente abbandona il tetto familiare per tentare la sorte ad Hollywood come attore. La fortuna gli volta le spalle ed è costretto a tornare a casa dove frequenta, di notte, il City College of New York per studiare contabilità, mentre di giorno, lavora come attore di sceneggiati radiofonici. In seguito, un Lee più grande, ma sempre tenace, non si rassegna a un destino da contabile e debutta, stavolta, in teatro al Pasadena Playhouse, siamo nel 1931 sempre in California. In seguito, torna nuovamente a New York e, stavolta, approda a Broadway debuttando in "Delitto e Castigo" di Dostoevskij ma, ancora una volta, registrando l'ennesimo flop (dopo quindici rappresentazioni lo spettacolo chiude). Nel 1935 si unisce al Group Theater, afferente alla politica progressista, ed entra a far parte del gruppo di Clifford Odets mettendo in scena i suoi spettacoli liberali, come "Waiting for Lefty" e "Til the Day I Die", insieme a una compagnia di attori che conta anche il futuro regista Elia Kazan. La carriera teatrale, finalmente, ingrana e gli vale altresì numerosi riconoscimenti e premi, bellissima è la sua interpretazione di 'Willy Loman' in "Death of a Salesman"(1949) che Arthur Miller ha scritto appositamente per lui; mentre il debutto cinematografico non è dei migliori e viene interrotto dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, in cui Lee è chiamato a combattere. Ricompare sugli schermi a partire dal 1946 raggiungendo l'apice del successo negli anni Cinquanta: nel 1954 recita in "Fronte del porto", di Kazan, al fianco di Marlon Brando, e nel 1957 in "Karamazov", di Richard Brooks, ottenendo per entrambi una candidatura agli Oscar come miglior attore non protagonista. Memorabili rimangono anche i suoi personaggi in "L'uomo dal vestito grigio"(1956), con Gregory Peck, "La donna dai tre volti"(1957), entrambi di Nunnally Johnson, e "La parola ai giurati"(1957) di Sidney Lumet. Gli anni Cinquanta, però, non sono stati tutti rose e fiori, anzi: la House Un-American Activities Committee, in pieno maccartismo, sottopone a processo tutti i membri del Group Theater per stanare gli eventuali comunisti che vi facessero parte. Lo stesso Cobb viene sottoposto a processo. Il clima si fa pesantissimo e, per preservare sia la sanità mentale della moglie, minacciata da un terribile crollo nervoso, sia la sua carriera, si decide a collaborare e denuncia tutti i membri comunisti del gruppo, anche lo stesso amico Kazan. Ristabilitasi la calma, la carriera continua lavorando con Otto Preminger in "Exodus"(1960), al fianco di Paul Newman; in "La conquista del West"(1962) di Henry Hathaway, George Marshall, John Ford e Richard Thorpe; e per l'ultimo film di William Wyler, "Il silenzio si paga con la vita"(1970). L'ultima pellicola di Cobb, invece, arriva, addirittura, nel nuovo secolo con "L'esorcista - Versione integrale"(2000), di William Friedkin. Nell'arco della sua carriera, inoltre, è stato attivissimo anche sul piccolo schermo. Si è sposato due volte avendo due figli da ciascuna moglie. È morto a causa di un attacco di cuore ed è sepolto nel Mount Sinai Memorial Park Cemetery di Los Angeles. | |
|
|