| | All'anagrafe: Claude Chabrol |
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Etą alla morte: 79 anni | Data di nascita: 24/06/1930 | Segno Zodiacale: Cancro | Luogo di nascita: PARIGI (Francia) | Data di morte: 12/09/2010 | Luogo di morte: PARIGI (Francia) |
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| Regista e produttore. Figlio di un farmacista e musicologo, eroe della resistenza, nasce a Parigi ma cresce nella Creuse, nel piccolo villaggio di Sardent, da cui proviene la madre. Luogo magico per lui a 12 anni, già appassionato cinefilo, fonderà lì il primo cineclub del paese e, in seguito, sceglierà di ambientarvi il suo film d'esordio. Laureatosi in Lettere a Parigi, inizia a collaborare con le riviste specializzate in cinema 'Arts' e 'Cahiers du cinéma' di cui è un membro moderato che evita le polemiche. Nel 1957 insieme ad Erc Rohmer pubblica il primo libro francese su Hitchcock, regista che insieme a Renoir e Lang è tra i suoi preferiti, del resto è appassionato di romanzi polizieschi. Quello stesso anno, avendo ricevuto un'eredità, decide di improvvisarsi produttore per "Le coup du berger" che ha sceneggiato insieme al regista Jacques Rivette ispirandosi al film italiano "Accadde al commissariato" di Giorgio Simonelli. Produce anche il primo lungometraggio di Godard e il suo primo film da regista che, nel 1958, inaugura di fatto la Nouvelle Vague, "Le beau Serge" ed ottiene il Pardo d'argento al festival di Locarno per la miglior regia. Tuttavia, la sua indipendenza critica e la sua autoironia lo mantengono al di sopra delle mode e la sua è una voce che rimane sempre fuori dal coro. Da allora ha diretto oltre cinquanta film fra i quali si ricordano "I cugini" (1959, Orso d'oro al festival di Berlino), "Donne facili" (Les Bonnes femmes, 1960, che resta il suo preferito), "Un affare di donne" (Une affaire de femmes, 1988), "Madame Bovary" (1991), "Il buio nella mente" (La Cérémonie, 1995). A partire dal 1978 con "Violette Nozière" Chabrol ha formato una sorta di sodalizio artistico con Isabelle Huppert che nei decenni ha dato vita a una serie di personaggi femminili - che definire inquietanti è poco - cui l'attrice ha fornito la capacità di mantenere un volto angelico nel compiere efferratezze, a volte fornite dalla cronaca, ma sempre reinventate dal regista in maniera credibile e coinvolgente. | |
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