| | All'anagrafe: Frank Capra |
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Etą: 127 anni | Data di nascita: 18/05/1897 | Segno Zodiacale: Toro | Luogo di nascita: BISACQUINO, Palermo (Italia) | | Luogo di morte: LA QUINTA, California (USA) |
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| Regista. Nasce in Sicilia, ma da bambino emigra con la famiglia in California. I genitori spingono perché fin da giovanissimo vada a lavorare per guadagnare soldi, ma lui, affascinato dall'idea del sogno americano, intende ricevere un'educazione per potervi partecipare pienamente. Riesce a diventare ingegnere chimico ma a causa della crisi industriale, seguita allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, perde il lavoro e decide di arruolarsi nell'esercito. Finita la guerra, comincia a svolgere i lavori più disparati per poi arrivare, casualmente, al cinema. Anche qui si destreggia tra mille impieghi: attrezzista, montatore, stampatore e gag man. Proprio quest'ultimo ruolo dà avvio alla sua carriera cinematografica. Inizia in sordina dirigendo le gag comiche di Harry Langdon ne "La grande sparata"(1926) e "Le sue ultime mutandine"(1927). Già in questi due film emerge il tema caro a Capra: l'uomo semplice alle prese con situazioni apparentemente senza scampo ma che, grazie all'intervento imprevisto della fortuna, riesce sempre a cavarsela. I suoi film successivi danno risultati poco significativi. Comincia a ingranare con le pellicole in cui compare Barbara Stanwyck: "Femmine di lusso"(1930), "La donna del miracolo"(1931), "Proibito"(1932) e "L'amaro tè del generale Yen"(1933). Si dedica a temi di attualità, come la crisi di una banca in "La follia della metropoli"(1932), in cui raffina sempre di più la propria tecnica. È"Accadde una notte"(1934), però, a consolidare il genere della commedia brillante e a renderlo veramente famoso presso la critica e il grande pubblico. Il film ottiene le cinque statuette degli Oscar più importanti: per il miglior film, la miglior regia, il miglior attore (Clark Gable), la miglior attrice (Claudette Colbert) e la miglior sceneggiatura non originale (Robert Riskin). In seguito, in linea con la politica Rooseveltiana, realizza una serie di commedie, quali: "È arrivata la felicità"(1936), "L'eterna illusione"(1938), che gli vale il secondo Oscar per il miglior film e la miglior regia, "Mr Smith va a Washington"(1939) e "Arriva John Doe"(1941). Tutte queste commedie finiscono con un lieto fine da non intendere fine a sé stesso. Piuttosto, questi 'happy end' hollywoodiani vogliono suggerire la realtà come dovrebbe essere, nel tentativo di dissimulare quella che realmente è: corrotta, violenta e razzista. Dopo la seconda chiamata alle armi, nel 1944 esce "Arsenico e vecchi merletti". Nel dopoguerra arriva il tempo della delusione e dell'amara illusione maturata nei confronti del New Deal. Tuttavia produce altri due capolavori sprizzanti sano ottimismo: "La vita è una cosa meravigliosa"(1946) e "Lo stato dell'Unione"(1948). Quest'ultimo, in particolare, rappresenta una sorta di testamento spirituale. I suoi film successivi non sono più tanto brillanti come quelli di prima. Ma, fedele ai suoi principi, lavora in maniera instancabile finché Hollywood glielo consente. Quando poi l'incompatibilitàè tale, denuncia la Paramount e si ritira dal set. Trascorre gli anni Cinquanta girando documentari didattici per la televisione, per i quali gli torna utile l'iniziale formazione scientifica. Nel 1959 riapproda al cinema con "Un uomo da vendere"; film che mostra come lui non abbia perso lo smalto di un tempo. Tuttavia, il suo ultimo film "Angeli con la pistola"(1962), remake del suo "Signora per un giorno"(1933), rivela un cedimento. Il tempo ha corroso il sano ottimismo di sempre, per lasciare spazio a una certa disillusione. Nel 1971 scrive un'autobiografia, "Frank Capra: il nome sopra il titolo", in quanto è stato il primo regista di Hollywood che abbia potuto far comparire il suo nome prima del titolo del film. Si sposa due volte: prima con Helen Howell, da cui divorzia, poi con Lucille Florence Warner, da cui ha quattro figli. | |
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