Attore. Figlio di immigrati lituani, il padre lavora nelle miniere di carbone e la stessa sorte tocca a tutti i suoi quindici figli. Anche Charles infatti, nonostante sia l'unico che riesce a completare le scuole superiori, segue inizialmente le orme paterne per aiutare la famiglia. Durante la II Guerra Mondiale presta servizio nell'aviazione, ma alla fine del conflitto, tornato in patria, decide di riprendere gli studi. Si iscrive ad una scuola d'arte a Filadelfia e si appassiona alla recitazione dopo essere entrato a far parte di una compagnia teatrale locale occupandosi delle scenografie e recitando di tanto in tanto in piccoli ruoli. Alla fine degli anni '40, deciso a intraprendere la carriera di attore entra a far parte della compagnia della Pasadena Playhouse. Uno dei suoi insegnati ne suggerisce il nome al regista Henry Hataway, che lo sceglie per una parte in "Il comandante Johnny" (1951). Da quel momento appare in numerosi film e anche in diverse produzioni televisive, generalmente interpretando ruoli da bandito, indiano nativo o detenuto, per il suo caratteristico volto segnato con gli occhi a fessura. Fino alla metà degli anni '50 appare nei titoli (quando accreditato) con il suo vero nome, in seguito prende quello d'arte di Charles Bronson e alcune voci narrano che il cognome derivi dal 'Bronson Gate' degli Studi Paramount sulla Bronson Avenue.Nel 1958 gli viene offerto il ruolo del fotografo avventuroso Mike Kovac nella fortunata serie Tv "Man With a Camera" di Paul Landres, che lo porta all'attenzione del pubblico tanto che la stessa casa produttrice delle macchine fotografiche usate nella serie lo sceglie come testimonial delle proprie campagne pubblicitarie. Nello stesso anno interpreta i primi ruoli da protagonista cinematografico in "Quando l'inferno si scatena", di Kenneth G. Crane e "La legge del mitra" di Roger Corman. Nel 1960 è tra i protagonisti de "I magnifici sette" di John Sturges (dove spesso ruba la scena ai ben più noti Yul Brynner e Steve McQueen) che a sua volta lo chiama ancora nel 1963 per interpretare il claustrofobico tenente che scava il tunnel in "La grande fuga" (ancora una volta accanto a Steve McQuenn). Nel 1967 Robert Aldrich lo sceglie per il ruolo dell'eroico soldato Wladislaw in "Quella sporca dozzina" (accanto a Lee Marvin e Ernest Borgnine). Nonostante riesca a sfruttare al massimo queste opportunità dando ottime prove sullo schermo, gli vengono offerti quasi esclusivamente ruoli secondari, così decide di tentare la fortuna in Europa (sulla scia di Clint Eastwood e Lee Van Cleef) e finalmente nel 1968 raggiunge il successo. Spagna, Francia e Italia lo vedono protagonista di film come "I cannoni di San Sebastian" (1968, di Henri Varneuil), "Tecnica di una rapina" (di Jean Harman accanto ad Alain Delon) e soprattutto "C'era una volta il West" di Sergio Leone, dove interpreta il vendicatore meticcio 'Armonica', embrione di quello che sarà il ruolo che segnerà il resto della sua carriera in patria: l'architetto Paul Kersey di "Il giustiziere della notte" di Michael Winner (1974). Tanto è il successo generato da questo personaggi di vendicatore solitario che ne veste i panni in quattro sequel (1982,1985,1987 e 1994) o ne interpreta diverse varianti tra cui "La legge di Murphy" (1986) di J. Lee Thompson.Tra le ultime apparizioni sul grande schermo c'è l'esordio alla regia di Sean Penn "Lupo Solitario" (1991), mentre più frequenti sono quelle per la televisione.Spesso ha recitato accanto a lui la seconda moglie Jill Ireland, sposata nel 1968. I due sono rimasti uniti fino alla morte di lei - malata di cancro - nel 1990 e hanno avuto una figlia, Zuleika. Altri due figli, Tony e Suzanne, sono nati dal primo matrimonio (con Harriet Tendler dal '49 al '67). Nel dicembre 1998 si è sposato una terza volta, con l'attrice Kim Weeks.Nel 2001 è stata divulgata falsamente la notizia di una sua presunta affezione dal morbo di Alzheimer.E' morto all'età di 81 anni al Cedars-Sinai Medical Ce