Regista e sceneggiatore. Giovanissimo, fonda insieme ad altri il "Gruppo d'Intervento Video" e nel corso degli anni Settanta collabora a molte produzioni indipendenti. Dopo essersi laureato in Antropologia, decide di trasferirsi per alcuni anni nella zona artica canadese dove inizia a lavorare alla televisione locale formando nuovi talenti inuit per l'emittente. All'inizio degli anni Novanta approda al documentario realizzando "Ceux qui ont le pas léger meurent sans laisser de traces"(1992), omaggio ad uno sconosciuto che perde la vita nella periferia operaia di Montréal. Il mediometraggio riceve il premio "André Leroux", tributato dall'Associazione dei Critici Cinematografici del Québec (AQCC) al miglior documentario. Nel 1994 è la volta di "L'instant et la patience"(1994), che gira nella casa di cura in cui ha visto morire sua madre, e l'anno successivo dirige invece "La terre des autres"(1995), in cui tenta un parallelo tra la situazione palestinese e quella dei nativi canadesi. Nel 1997 il suo "L'épreuve du feu" che racconta la disperazione delle vittime degli incendi, si aggiudica due premi dell'AQCC. Nel 2000 realizza il suo ultimo documentario, "Le temps et le lieu", sulla scomparsa delle tradizioni contadine, prima di passare l'anno successivo al lungometraggio di finzione con "La femme qui boit", che segna l'inizio del suo intenso sodalizio artistico con l'attrice Élise Guilbault. Il suo primo film, come il successivo "20h17 rue Darling"(2003), viene selezionato alla Settimana Internazionale della Critica del Festival di Cannes. Nel 2005 la Cinémateque del Québec gli dedica una retrospettiva ed è in questo periodo che si va delineando la sua attenzione nei confronti delle fragilità umane e dello spirito di riscatto che percorre i suoi personaggi. Nello stesso anno, infatti, avvia il progetto di una trilogia incentrata sulle virtù teologali - fede, speranza e carità - che prende le mosse da "La neuvaine"(2005). Il film si aggiudica il premio dell'AQCC come miglior film canadese, vince il Premio della Giuria Ecumenica al Festival Internazionale di Locarno e vale al suo protagonista, Patrick Dolet, il Pardo d'Argento come migliore interprete maschile. Nell'autunno del 2006 gira il secondo capitolo della trilogia, "Contre toute espérance", presentato ancora una volta a Locarno, e nel 2009 dirige "La donation" che si aggiudica il Premio della Giuria Giovani al festival elvetico. Nel frattempo, nel 2008 scrive "Ce qu'il faut pour vivre" di Benoît Pilon per cui si aggiudica il Genie Award, l'Academy canadese, per la migliore sceneggiatura.