| | All'anagrafe: Daniel Michael Blake Day-Lewis |
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Etą: 66 anni | Data di nascita: 29/04/1957 | Segno Zodiacale: Toro | Luogo di nascita: Londra, Gran Bretagna | | |
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| Sir Daniel Michael Blake Day-Lewis, noto semplicemente come Daniel Day-Lewis, è nato a Londra il 29 aprile 1957 dal poeta Cecil Day-Lewis e da sua moglie, l'attrice Jill Balcon. Poco dopo la sua nascita, la famiglia si trasferì a Greenwich, in cui viene bullizzato per via della sua religione ebrea dai suoi coetanei, cosa che favorisce il manifestarsi nel giovane Daniel di un comportamento ribelle al limite della piccola criminalità; si cacciava, infatti, spesso nei guai per via di piccoli crimini. È in questo periodo che passa da una scuola all'altra, dato il suo atteggiamento contro l'istituzione scolastica. Il suo essere fuori dagli schemi durante la giovinezza gli vale una piccolissima parte non accreditata all'età di 14 anni in Domenica, maledetta domenica (1971), dove interpreta un giovane vandalo. Acquietato i suo carattere, Day-Lewis, dopo essersi distinto sul palco del National Youth Theatre di Londra, si iscrive alla Bristol Old Vic Theatre School, deciso a intraprendere la strada attoriale.
Durante gli anni '80 inizia a muovere i primi passi nel mondo del teatro e della TV e nel 1982 compare in Gandhi di Richard Attenborough, di nuovo nei panni di un teppista, e due anni più tardi è sul set di Il Bounty (1984)
con Anthony Hopkins e Mel Gibson. Sul fronte teatrale, dopo una breve pausa, accede come membro della Royal Shakespeare Company, iniziando a interpretare le pièces del drammaturgo di Stratford-upon-Avon. Viene scritturato per un ruolo principale in My Beautiful Laundrette - Lavanderia a gettone (1985), interpretando un giovane omosessuale, parte che lo mette in risalto e per cui la critica lo acclama.
Messosi ormai in luce, prende parte a film di rilievo prima in un ruolo secondario Camera con vista (1986) di James Ivory, poi come protagonista di L'insostenibile leggerezza dell'essere (1988) con Juliette Binoche e Il mio piede sinistro (1989) di Jim Sheridan, qui in veste di un personaggio affetto da paralisi cerebrale che gli vale anche un Oscar. Nel 1989 è al National Theatre di Londra con Amleto, ma nel corso della rappresentazione ha un crollo psicologico, molto probabilmente causato da un accumulo di stress (o dalla visione dello spettro del padre, come ha asserito lo stesso attore tempo dopo) e viene sostituito da Jeremy Northam. Da questo momento in poi chiude definitivamente con il teatro e si trasferisce in Irlanda per essere circondato da un ambiente più quieto.
Gli anni '90 iniziano con un ruolo di grande successo, quello di protagonista in L'ultimo dei Mohicani (1992) di Michael Mann, accolto con grandi ovazioni da critica e pubblico. Ormai tutti i riflettori sono puntati su di lui e Sheridan lo rivuole di nuovo davanti la sua macchina da presa per Nel nome del padre (1993), con il quale l'attore riceve la sua seconda candidatura agli Oscar. Nello stesso anno calca il set de L'età dell'innocenza (1993) di Martin Scorsese con Michelle Pfeiffer e Wynon Ryder, quest'ultima qualche anno dopo sarà co-protagonista insieme a Daniel in La seduzione del male (1996). Nel 1997 arriva anche il terzo film con l'irlandese Sheridan, The Boxer, incentrato anche questo sull'I.R.A. e le rivalità interne nell'Irlanda. Successivamente decide di prendersi un periodo di pausa per dedicarsi alla vecchia passione di lavorazione del legno, in questi anni viaggia spesso e si perdono quasi le sue tracce; è in questi anni che risiede anche in Italia, a Firenze.
Il nuovo millennio, però, lo vede di nuovo sotto la luce dei riflettori e nuovamente diretto da Scorsese in Gangs of New York (2002) nel ruolo del perfido macellaio William Cutting accanto e contro in scena a Leonardo DiCaprio. Questa interpretazione gli vale la sua terza nomina agli Oscar e la vittoria di un BAFTA Award, il secondo dopo quello de Il mio piede sinistro. Nel 2005 è diretto dalla moglie Rebecca Miller nel drammatico La storia di Jack & Rose e nel 2007 prende parte alla pellicola, dedicata alla memoria di Robert Altman, Il petroliere di Paul Thomas Anderson con cui fa incetta di premi, vincendo il suo secondo Oscar, il terzo BAFTA e molti altri. Si avvicina un po' a questa sorte anche il suo lavoro successivo, il musical Nine (2009), che lo vede impegnato sul set con star americane, come Penélope Cruz, Marion Cotillard e Nicole Kidman, e grandi interpreti italiani, quali Sophia Loren, Elio Germano, Valerio Mastandrea e molti altri.
Il secondo decennio del Duemila lo vede impegnato nella collaborazione con Steven Spielberg nel bio-pic Lincoln (2012), dove, indossata la barba adunca. veste i panni del Presiedente Abramo Lincoln. In quello stesso anno riceve come eccellenza nel mondo del cinema il premio BAFTA Britannia Award, mentre l'effettivo quarto BAFTA se lo è aggiudicato nel 2013 per la performance in Lincoln, che gli è valsa anche una terza ambita statuetta dorata come Miglior attore protagonista. Dopo anni di pausa, torna sullo schermo nuovamente per Anderson ne Il filo nascosto (2017) nel ruolo di un stilista londinese del Dopoguerra; film con il quale dice addio al mondo del cinema - si è ritirato, infatti, dalla recitazione - e con cui riceve la sua sesta candidatura agli Oscar.
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