Attrice, regista, scrittrice. Appartenente a una famiglia della piccola borghesia romana, cresciuta nei pressi di piazza Bologna, unica femmina di tre figli, si iscrive al Pittman's College prima di decidere di assecondare il suo amore per la scena - a soli quattordici anni aveva interpretato la protagonista sessantenne de "La nemica" di Dario Niccodemi - e iscriversi all'Accademia d'Arte Drammatica Silvio d'Amico di Roma. Si diploma nel 1953 sotto la guida di Sergio Tofano che ne intuisce fin da subito anche la vis comica e le dà modo di ottenere già nell'estate del diploma una scrittura per una rappresentazione di "Ifigenia in Aulide". La vera occasione arriva l'anno successivo quando il suo maestro la porta con sé sul palcoscenico teatrale nell'"L'avaro" di Moliére diretto da Fersen e poi le fa anche interpretare il ruolo di Ofelia nell'"Amleto" di Riccardo Bacchelli. Nel 1956 è la volta di "Sei storie da ridere" di Luciano Mondolfo e nel 1959 di "I capricci di Marianna", che la confermano interprete teatrale brillante e affascinante e la rendono popolare al pubblico. Nel 1954 debutta al cinema con "Ridere, ridere, ridere" di Edoardo Anton, ma il primo ruolo di rilievo arriva solo nel 1958 con "Le dritte" di Mario Amendola. Negli stessi anni, Monica inizia anche a lavorare nell'ambito del doppiaggio, ma non pensa di avvicinarsi definitivamente al cinema. Nel 1957, sta per sposarsi con un architetto, ma mentre sta doppiando Dorian Gray in "Il grido", conosce il regista Michelangelo Antonioni che, secondo la 'leggenda', affascinato dalla sua nuca, le propone di fare del cinema. Monica accetta diventando l'interprete di "L'avventura" (1960) e anche la compagna di vita del maestro ferrarese. Nel 1961 è la volta di "La notte" per il quale vince il Nastro d'argento come migliore attrice non protagonista, e nel 1964 di "Deserto rosso", in cui ancora una volta presta il volto alle eroine del cinema di Antonioni, sole e incapaci di comunicare. Sul set di "Deserto rosso" conosce il direttore della fotografia Carlo Di Palma, con cui più tardi si lega sentimentalmente. Alla metà degli anni Sessanta Monica decide di cambiare la propria immagine e tentare il registro comico-brillante, convinta di poter far ridere il pubblico annientando la malinconia. Nel 1968 Mario Monicelli la sceglie per interpretare "La ragazza con la pistola", in cui è una travolgente donna siciliana che per ragioni d'onore parte per Londra, ruolo che le fa vincere il suo primo Nastro d'argento da protagonista. Nel 1969 Alberto Sordi la vuole per il ruolo di Raffaella in "Amore mio aiutami!", una storia di infedeltà da lui diretta e interpretata, mettendo così le basi per costituire con lei un duo di mattatori che conquista il favore del pubblico per tutti gli anni Settanta. Nel 1970 è Adelaide, la donna contesa da Marcello Mastroianni e Giancarlo Giannini in "Dramma della gelosia - Tutti i particolari in cronaca" di Ettore Scola, rimasta nell'immaginario per il suo inciampare sui tacchi mentre corre all'ospedale, disperata, in cerca di Nello/Giannini. Nel 1974 Sordi le propone il ruolo di Dea in "Polvere di stelle", nostalgica rievocazione del mondo ormai scomparso dell'avanspettacolo. La sua notorietà si estende fuori dall'Italia, consentendole di andare a Londra nel 1969 per interpretare "Modesty Blaise. La bellissima che uccide" con Joseph Losey e lavorare poi nel 1971 con Miklos Jancso in "La pacifista" e nel 1974 con Louis Buñuel in "Il fantasma della libertà". Negli anni Settanta il suo compagno Carlo Di Palma passa dietro la macchina da presa dirigendola nel 1973, nel suo film d'esordio "Teresa la ladra". Nel 1975 la sua interpretazione di Lisa, moglie trascurata che il marito, un innamorato Ugo Tognazzi, tenta di riconquistare con ogni mezzo, in "L'anatra all'arancia" di Luciano Salce, le fa vincere un altro Nastro d'argento come migliore attrice e il David di Donatello. Nel 1976 si avvicina anche all'universo televisivo che le dà l'occasione di recitare al