Cast: Ursula Blauth, Wolfgang Lukschy, Renate Kasche, Elke Hart, Elga Machaty, Gunther Mohner, Jean-Pierre Zola
TRAMA
TRAMA: Entro un'auto abbandonata viene trovato morto, drogato, nudo e con una pallottola in testa, il giovane Anton Lenz. L'inchiesta porta l'ispettore di polizia nel castello del conte Maximilian di Castelfranco Holstein, il quale ordina al segretario Clemens di raccontare all'ispettore tutta la verità, cosa che egli fa coadiuvato dalla segretaria Helene. Personaggio chiave, oltre all'anziano conte maniaco sessuale, è la contessa Verona Scultz, ex contadina, ex Miss Barbabietola, da lui sposata, dopo il divorzio dalla prima, in chiesa grazie ad un santo protettore di cui dispone in Vaticano. Anton Lenz è stato ammazzato, come tutti gli uomni che per volontà o per consenso del conte avevano avuto rapporti intimi con la contessa. Si susseguono, in mezzo ad un'umanità depravata, dalle fattezze vagamente porcine, scene di guardonismo, esibizionismo, masochismo, ammucchiate, feticismo, alternate con simboli sessuali e intervallate con spiegazioni "scientifiche" fornite dalla legnosa dottoressa Klutzer. Il tutto contrappuntato da analisi di quadri di Hieronymus Bosch e da aforismi di varia cultura che il conte elargisce senza risparmio. La storia finisce attorno al cadavere di Anton, con la contessa che punta la pistola contro il conte, il quale la fotografa per l'ennesima volta ottenendo che ella rinunzi a sparare, e con l'ispettore di polizia che, perplesso sulle cause di quella morte, sentezia riferendosi a quell'ambiente: "si puniscono da soli vivendo". Ma una voce fuori campo, sull'ultimo girotondo dei personaggi afferma: "Non viviamo". E con ossessiva insistenza ritornano dettagli delle pitture di Bosch.