| TRAMA: Ai due Briest, una coppia piccolo-borghese della Germania fine 800, sembra di toccare il cielo con un dito, quando il barone von Instetten chiede la mano della figlia Effi. La ragazza è appena sedicenne ed il barone assai più anziano di lei, ma egli è degna persona, Prefetto di un distretto in Pomerania e per Effi si profila un avvenire tranquillo ed agiato. L'amore da parte di lei verrà in seguito. I due si sposano e si amano sinceramente, anche se la giovane, vibrante e sensibile qual'è, si sente un po' ristretta in una grande, splendida villa (dove domina la overnante Johanna), che a volte le pare una prigione dorata. Il marito, se anche la colma di premure e la inserisce nella piccola cerchia della gente bene della cittadina, è tuttavia formale e possessivo. Intanto Effi conosce l'affascinante maggiore Crampas e ne nasce una relazione che, al momento, passa inosservata. Solo sei anni dopo, quando già i due coniugi Instetten hanno una bambina (Annie), una sfortunata circostanza fa sì che il marito apprenda, da alcune inequivocabili lettere indirizzate ad Effi da Crampas, quello che è successo. Deluso nella propria dignità e nell'amore, ma costretto dal rigido codice etico della morale borghese allora imperante (e tanto più ora che la carriera lo ha portato a Berlino e, quindi, in contatto con altissime sfere), il barone impone al maggiore la sia pur tardiva riparazione dovutagli. Così lo uccide in duello e ripudia Effi per l'antica sua colpa, sottraendole anche la piccola Annie. Effi, tra l'altro malata di tubercolosi, si riduce da prima a vivere con i propri mezzi in una modesta pensione, assistita solo dalla fedelissima Roswitha (una sua ex-cameriera, semplice e buona, cacciata giovanissima dalla casa paterna perché incinta) e incontrando solo saltuariamente e per pochi istanti la sua Annie. La signora Briest, che non ha voluto, sempre per asseriti principi moralistici, riprendere Effi nella casa natìa, si decide infine a farlo. Ma è ormai tardi: la figlia sta per morire, nella supina e sconfortata accettazione di un matrimonio non nato dall'amore e di una punizione ispirata ad una concezione di vita, tipica di gente degna e nobile, ma sicuramente disumana. |
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