| TRAMA: Nell'Unione Sovietica degli anni '60, in un kolkhoz isolato in una immensa pianura della regione di Gorkij, uomini e donne, vecchi e giovani, ragazzi e bambini, vivono in grande povertà la loro semplice esistenza di contadini, nella comunità presieduta da un nano autoritario, che tutti rispettano. Asja Kljacina, una bella ragazza simpatica e bionda, ma leggermente zoppa, si trova divisa fra due uomini: Stepan, che lei ama (un egoista grossolano e fanone, da cui aspetta un figlio, ma che ora non intende sposarla) e un sanguigno conduttore di trattore (venuto dalla città, come l'anno precedente, per aiutare la comunità nel raccolto) che è sinceramente innamorato di lei e la vorrebbe in moglie, nonostante porti in sé il figlio di un altro. Però Asja non lo ama e continua invece nel suo inutile e quasi servile attaccamento per Stepan che la tratta con disprezzo. Una notte mentre torna con lui da una gita, ma è ancora lontana dal villaggio, Asja viene colpita dalle doglie e il parto avviene per terra, in una cava di sabbia, col solo goffo aiuto del giovane finché una colonna di soldati, che si trova nelle vicinanze per delle esercitazioni, passa di lì con automezzi e soccorre puerpera e neonato, portandoli al kolkhoz. Intenerito dalla vista del figlioletto, Stepan è ora disposto a sposare Asja, mentre il suo rivale continua ad insistere nella sua proposta di matrimonio che procurerebbe alla donna una casa in città, con dei veri mobili e perfino una lavabiancheria. Ma la ragazza stabilisce di non sposare nessuno dei due: Stepan, perché, nonostante lo ami, non lo stima e non si fa illusioni sulla durata del suo ravvedimento: l'altro perché non le riesce proprio di amarlo. Dimostrando dunque un grande coraggio e tanta fiducia nella vita, Asja, felice della sua maternità, decide così di tenere il bambino da sola confidando che, anche se la sua condotta contro le regole verrà criticata da molti, non le mancherà certo l'aiuto dei membri del kolkhoz. |
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