| TRAMA: Lo tzigano Bora, come altri della sua gente che si sono stabiliti in Voivodina, pratica la compravendita di piume d'oca. Abile nel suo mestiere, è sempre povero in canna perché per lui il denaro non è un fine, ma solo un mezzo per poter fare baldoria con gli amici, bevendo fino all'impossibile e giocando fino all'ultimo indumento. Compagno di una donna molto più anziana e padre di una nidiata di figli, non pensa affatto di dover frenare i suoi impulsi passionali e così quando si inamora di Tissa, giovane figliastra del suo concorrente in affari Mirta, trova naturale condurla davanti al pope per sposarla e poi portarsela a casa insieme all'altra. La ragazza, che aveva seguito Bora anche per sottrarsi alle voglie del patrigno, inquieta per temperamento e suggestionata dall'anziana moglie di Bora è presa dal desiderio di evadere dall'ambiente. Fugge e va a Belgrado, ma la sua esperienza in città è amarissima e così pure il viaggio di ritorno. Lasciata pesta davanti casa da due camionisti che l'hanno violentata, Tissa riprende a vivere con il patrigno. Bora, che non aveva mai cessato di cercarla, la raggiunge e in una feroce sfida al coltello uccide Mirta, che avendo rifiutato di lasciare libera la figliastra lo aveva offeso nel suo orgoglio maschile. Nascosto da una spessa coltre di neve, il cadavere dell'ucciso riaffiora in primavera. La polizia cercherà invano l'autore del delitto: l'omertà della sua gente e l'immensa pianura gli hanno dato rifugio e protezione. |
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