| TRAMA: Per Riccardo e Carolina, sposati da vent'anni, le cose non vanno più come ai primi e felici tempi: battibecchi e dissapori si susseguono, lei è petulante e tutta persa per quel costolone del figlio, ancora vezzeggiato come se fosse un pupo da svezzare, lui un po' esigente su questioni gastronomiche e di convivenza quotidiana. Il figlio soffre di questo stato di cose, poiché vuole un gran bene a tutti e due, ma ognuno dei suoi genitori ha ormai il proprio avvocato (lei, anzi, una aggressiva avvocatessa). E, a quanto pare, c'è un solo sistema, quello adottato da molte coppie poco abbienti, data anche la scarsità di alloggi sul mercato: continuare a vivere insieme, ma separati in casa, studiando i turni, ricevendo separatamente amici che erano - è pur restano - comuni, dividendo i letti e così via discorrendo. La stessa avvocatessa di Carolina tira avanti così, con genitori separati in casa anche loro. Riccardo, che ha fatto, su consiglio del suo legale, il tentativo di andarsene, è dovuto rientrare a casa: la vita propostagli nell'angusto "residence" per uomini soli sarebbe ancor più intollerabile. Il giorno del suo ventesimo compleanno, il figlio della coppia in questione ascolta una toccante rievocazione che Riccardo fa della di lui nascita e dei difficili momenti passati dai genitori, lei in stato di forte emorragia, lui in corsa affannosa per trovare il plasma necessario. Poiché frequenta una scuola di recitazione, il giovanotto imbastisce una storiella, dichiarando a Carolina che papà è gravemente malato: tanto basta perché tra i due genitori torni il sereno ed i banali dissidi si dissolvano nel nulla, restando la famigliola unita nei ricordi e nel reciproco affetto dei suoi componenti. |
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