| TRAMA: La vita di Anna non è poi tanto allegra: il marito Giacomo, avvocato, passa lunghe ore in consiglio comunale (siamo a Vicenza, nel 1956 e lui fa parte del gruppo comunista); la suocera, vecchia, ammalata e lamentosa, le impone una assistenza incessante. Per fortuna in casa c'è Angela, una ragazza del contado, giovane anche lei, fresca ed esuberante. Senza figli com'è Anna trova in quella giovinezza strane rispondenze, esplorando piano piano con Angela intimità personali prima ignote o mai tentate. Una gita in campagna presso la famiglia della domestica basta a far scattare pericolosi ed ambigui meccanismi. Così Angela induce la padrona ad accompagnarla in una balera, dove essa si è recata con un soldatino voglioso e intraprendente di sua conoscenza, mentre non cessa di occuparsi di lei con svariate premure e blandizie. Durante uno stupido gioco a moscacieca tra le due, la madre di Giacomo, incuriosita dalle grida e dal fracasso di vasi infranti, si leva dal letto, cade e muore, urtata da una porta che Anna ha aperto bruscamente. Dopo di che - avvinte le due donne dalla omertà del silenzio la perversa ragazza porta in casa un maturo farmacista, che già per strada, fermando la propria macchina, ha prima avvicinato e poi posseduto Anna. Costui rivolgerà le sue calorose attenzioni ad ambedue le donne, le quali assisteranno alle rispettive prestazioni. Ci saranno due gravidanze, ma quella di Angela, la colf piena di iniziativa e poi vittima del suo stesso gioco e licenziata in tronco, dovrà concludersi altrove: la signora resta in casa propria (finalmente rimessa a nuovo dopo il decesso della suocera) e Giacomo penserà tutto contento di essere lui il padre del nascituro. |
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