| TRAMA: Mickey Almon, ex campione americano di atletica leggera, inviato a Mosca come telecronista per un "meeting" sportivo USA-URSS, viene contattato da uno scienziato sovietico, che gli consegna preziose informazioni da portare in Occidente, ma si tratta di un falso dissidente: è una trappola, il KGB coglie Keit sul fatto, egli viene arrestato, interrogato, umiliato e trattenuto in carcere. Dopo qualche mese, Almon rinuncia al suo proposito di negare, smette di chiedere il sempre negatogli intervento dell'Ambasciata americana e, alla TV di Mosca, ammette la propria "colpa" (di essersi, cioè, recato all'Est come spia), pur di tornarsene a casa. E' quello che l'URSS voleva sentir dire da lui e far sapere al resto del mondo. Ma, in luogo di essere accompagnato all'aeroporto, Mickey Almon viene fatto salire su di un treno, con destinazione un "Gulag", dove dovrà passare i dieci anni affibbiatigli dal Tribunale. Sulle prime adirato e sconvolto Almon, che male si adatta al duro regime del campo di lavoro, si fa degli amici: un ebreo (David Suchet) ed un simpatico cosacco, gigantesco e di buon carattere, già conosciuti sul treno ed ora nel reparto russi (mentre Almon è nel reparto stranieri), più un tecnico inglese (che è la spia fra questi ultimi, con il quale poi Almon farà pace, tanto che i due fuggiranno insieme). La fuga diviene per Almon l'idea fissa quotidiana, tanto più dal giorno in cui non gli arrivano più i pacchi a lui indirizzati dalla moglie Susan (che da Mosca dov'era con il marito è rientrata in Patria): il che significa, a quanto apprende dai suoi compagni, che le Autorità sovietiche hanno a lei dato notizia telegrafica dell'avvenuto decesso del congiunto. Fattosi trasferire, insieme all'inglese e provocando un bizzarro incidente, dal reparto stranieri a quello dei russi, Almon ritrova qui l'ebreo ed il cosacco (che tutti chiamano "il vagabondo"): lo fa perché detto reparto è assai vicino allo scalo ferroviario ed i prigionieri sono spesso adibiti allo scarico di viveri e materiali. Così Mickey Almon mette in atto, aiutato dagli amici, un suo ingegnosissimo piano per squagliarsela addirittura in treno (che torna sempre vuoto e senza scorta all'altro capolinea). Il piano ha successo: l'ebreo Matvei decide tuttavia, di restare ed Almon parte con l'inglese ed il vagabondo. Dopo un migliaio di chilometri, i tre si lasciano cadere sulla neve: una sterminata, allucinante pianura li attende, così come li attendono la fame e fatiche inenarrabili, il cosacco rotola su un pendio roccioso e si frattura una gamba: trascinato sulla neve dai due compagni, egli muore ed essi, per sopravvivere, non potranno che cibarsene. Finalmente arrivano alla frontiera norvegese, le guardie confinarie li accolgono e i due vengono fatti rimpatriare. |
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