| TRAMA: In un carcere israeliano convivono forzatamente politici e comuni per scontarvi le rispettive pene. Ma mentre Uri, israeliano, ha già goduto di licenze e fra non molto potrà raggiungere la figlia che adora e che spesso gli rende visita, l'arabo e terrorista Issam vive tutto chiuso nell'odio più cupo e nelle sue idee, capeggiando il piccolo gruppo dei suoi compagni di razza, terroristi come lui. Durante uno spettacolo canoro, organizzato nel carcere in collegamento con la Radio di Stato, per trasmettere una canzone composta da un detenuto, scoppia una furibonda rissa. Un detenuto è ucciso e il capo degli agenti - che in prigione fa il bello ed il cattivo tempo - accusa gli arabi della morte. In realtà, a monte di tutto vi sono loschi traffici di droga, che il predetto capo ha posto in essere, con favori e pressioni di ogni genere su qualche carcerato più debole o disponibile. Il giovane Dolon, già sottoposto da parte dei compagni a terribili violenze personali, angosciato e moralmente distrutto si impicca (ma stretto in pugno gli viene trovato un biglietto di accuse al capo delle guardie per tutti i suoi intrallazzi). Uri propone allora in sala mensa lo sciopero della fame, mentre Issam, con lui d'accordo, sollecita una commissione ministeriale di inchiesta. La quasi totalità dei detenuti, arabi inclusi, aderiscono alla protesta, né Uri cede alle lusinghe del famigerato capo, sebbene sia ormai prossimo alla liberazione (che il suo atteggiamento rischia di far saltare). Neppure Issam cede, allorché la Direzione gli fa venire davanti, nel corridoio delle celle, la moglie e il suo bambino. Malgrado i suoi sentimenti, Issam dice alla donna di ritornare a casa e rientra, quindi, nella sua cella. Come segno di rivolta contro le crudeltà e i soprusi, tutti i detenuti, senza distinzione di fede o di razza e dietro l'esempio di Uri, solidarizzano con Issam e cantano la canzone composta dal compagno. |
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