TRAMA: La Donna che canta è un film drammatico del 2010 diretto da Denis Villeneuve.
Jeanne (Mélissa Désormeaux-Poulin) e Simon (Maxim Gaudette), sono due gemelli che scoprono solo successivamente alla morte della madre, Nawal Marwan (Lubna Azabal), di avere un fratello e un padre sconosciuti a Beirut.
Nawal prima di morire ha affidato al notaio Jean Lebel (Rémy Girard) il testamento con due lettere da consegnare ai suoi figli, destinate al padre e al fratello di cui non conoscono nulla.
Inizialmente solo Jeanne, giovane ricercatrice di Matematica, accetta il compito affidatole dalla madre e decide di partire dal Canada, dove vive, verso il paese di origine della donna deceduta.
Simon invece rifiuta, non essendo ancora riuscito a perdonare la durezza e la mancanza di amorevolezza della madre.
In Libano Jeanne riesce pian piano a ricostruire la vita complicata e sofferta della mamma. Da ragazza Nawal, appartenente ad una rigida famiglia cristiana, rimase incinta di un uomo non cristiano, ucciso dai suoi familiari per motivi religiosi.
La donna portò avanti la gravidanza ugualmente, ma al momento del parto le venne sottratto il bambino e fu cacciata di casa per aver disonorato la famiglia.
Dopo aver trascorso diverso tempo lontana dal suo paese, allo scoppio della guerra civile Nawal decise di tornare per ritrovare il figlio portatole via con la forza, ma le sue ricerche risultarono vane a causa dei disordini scatenati dal conflitto. La donna, carica di rancore e desiderio di vendetta, si unì ad un gruppo radicale arrivando ad uccidere un famoso leader politico cristiano. Per l'omicidio commesso, Nawal venne arrestata e rinchiusa nel carcere di Kfar-Ryat per 15 lunghissimi anni, dove fu sottoposta a gravi torture e violenze. A seguito delle sevizie e degli abusi subiti da parte del terribile torturatore Abu-Tareg (Abdelghafour Elaziz), Nawal rimase nuovamente incinta.
Dopo essere venuta a conoscenza della lunga reclusione alla quale era stata sottoposta la madre, Jeanne riesce a convincere il fratello Simon a raggiungerla in Libano. Grazie ai racconti di alcuni guerriglieri i due fratelli scoprono nuovi fatti relativi alla vita della donna: vengono a sapere che Nawal veniva chiamata "la donna che canta" perché cantava mentre la conducevano dal crudele persecutore e che dalle sevizie erano nati due gemelli: Jeanne e Simon. Abu-Tareg, il crudele stupratore della prigione, era pertanto il padre dei gemelli. La terribile scoperta relativa alla vera identità del padre, scuote profondamente i due. Ma le ricerche non sono terminate: Jeanne e Simon devono ancora riuscire a capire quali sorti sono spettate al fratello affidato all'orfanatrofio. Altre atroci verità attendono di essere portate alla luce in questo doloroso e scioccante viaggio, che sta restituendo a Nawal la degna immagine di donna eccezionale, eroica e coraggiosa.