| TRAMA: Nel 1825 presso un presidio inglese in India - un avamposto sulle rive di un fiume, ai margini della foresta - avvengono le nozze fra Sarah Wilson, la figlia del comandante, e il giovane ufficiale William Savage. Durante una visita di cortesia degli sposi al marajà del luogo, Sarah nota uno strano rituale in riva al fiume: la vedova di un tessitore della tribù dei Thug si sta preparando al rogo per fedeltà al defunto, secondo i riti tribali in uso fra i devoti della dea Kalì. Inorridita, Sarah supplica William di salvare la donna. Il marajà suggerisce maliziosamente all'ufficiale di travestirsi da Thug, per far credere alla donna che il marito è vivo: William acconsente; si traveste; si lascia intravvedere alla donna e scompare nella foresta, mentre la donna lo rincorre, urlando il nome del marito. L'occasionale fuga notturna nella foresta fa scoprire al giovane ufficiale una rete misteriosa di fanatismi e delitti. Mentre fugge, avviene sotto i suoi occhi una strage nel villaggio più vicino al presidio. L'indomani Savage guida una ricognizione nella foresta, e scopre, strangolate, le vittime dell'eccidio notturno, fra le quali un ufficiale del presidio. Ordina quindi un'incursione verso il fiume e cattura Hussein, uno dei Thug, che porta nella cintura un consistente bottino di rubini, e gli estorce una confessione. Fa quindi eseguire degli arresti e procede a interrogatori senza esito: nessuno sa nulla. Il colonnello Wilson gli ordina di liberare gli arrestati e lo esonera per punizione dall'incarico, perchè ha agito senza mandato e senza prove. Ma Hussein rifiuta la libertà, atterrito per aver tradito Kalì, di cui paventa la vendetta. Deciso a trovare le prove e gli autori dell'eccidio, per ottenere di far giustizia, Savage fa vedere a Hussein una croce di legno, e gli assicura che, se lo aiuterà a trovare i responsabili della strage, quel segno si rivelerà più potente di Kalì. Hussein accetta. Ha così inizio per Savage un'avventura da incubo: andrà alle radici del fanatismo dei Thug e scoprirà gli autori dell'eccidio, ma resterà psicologicamente segnato dagli orrori di cui è stato testimone, reso egli stesso "ingannatore", non essendo riuscito ad evitare nè la morte di Hussein, nè l'orribile rogo per la vedova del tessitore. |
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