TRAMA: Michele, non più fanciullo e non ancora giovanotto, vive con la madre Anna e la zia Luisa nella periferia de L'Aquila. La madre, infermiera di ospedale, ha concepito il figlio da una relazione che non si è potuta coronare con il matrimonio per l'ostilità dei familiari ed ora vive sola, come sua sorella Luisa. Michele Nardi è così cresciuto tra la mancanza di un uomo e le esagerazioni protettive e affettive delle due donne. A queste va aggiunta l'insegnante di violoncello, una donna dedita al vecchio e ammalato padre, anche lei tendente a riversare equivocamente sull'alunno una sessualità frustrata. Michele ha qualche amico, ma anziché stimoli attivi, riceve ferite della loro esuberanza. Una ragazzetta inizia con lui un dialogo amicale che l'introverso Michele rompe quando viene spaventato dall'apparente atteggiamento disinibito della stessa. Con questo bagaglio di impreparazione alla vita il Nardi si reca a Roma per un esame di violoncello. Quando giunge presso lo zio Luigi, fratello della mamma e della zia, da una cugina viene brutalmente informato sui retroscena domestici. Fermo ad una stazioncella, Michele si esibisce su richiesta di passeggeri in sala d'attesa. Euforico per gli applausi, allunga istintivamente e goffamente la mano verso le gambe di una giovane tedesca, ora sola come lui ad attendere un treno. Le reazioni della giovane donna sono esagerate e quelle di Michele risultano abnormi poiché uccide e fugge. Individuato e imprigionato, passa da un carcere minorile all'altro, subendo un rapido e inesorabile deperimento psicofisico.