| TRAMA: A Budapest nell'ottobre del 1956, la statua del despota dell'impero sovietico viene abbattuta a furor di popolo. Janos (raggiunto da Ildi sua moglie) é tornato in libertà. Potenti compagni fuggono in camion verso Vienna e Praga, ma lasciano brutalmente a terra Magda, smarrita e delusa per il terremoto politico. Juli tornata a Budapest, vi trova lutti e macerie: la nonna è perita per la fucilata di un cecchino russo. Ma c'è sua zia Vera (che ha conosciuto i suoi genitori, sempre vivi nella memoria), nonché Janos, il quale come altri patrioti gira con il bracciale tricolore e rientrando in fabbrica, incita i suoi operai allo sciopero ed alla resistenza. Magda, cova vendette di ogni genere, ma finisce con il tentare il suicidio e piange amaramente su ideologia e aspirazioni. Poco tempo dopo Juli è fermata dalla polizia (circolava durante il coprifuoco); rilasciata, si porta a casa un altro fermato (un certo Peter), che poi diventerà suo compagno. In città si susseguono le esumazioni di gente condannata a morte e fatta sparire. Andras, il figlio di Janos fugge e si rifugia a Vienna, per andare a Parigi. Il padre insieme a Juli lo accompagna nel passaggio della frontiera sotto le fucilate delle guardie ma da Vienna ritorna alla capitale con la ragazza, poiché sente che i suoi ideali di lotta lo richiamano là, ora che le forze reazionarie spadroneggiano. Juli continua a fotografare macerie, pestaggi, violenze ed esumazioni, con occhio attento alla realtà, aiutata anche da Peter. Mentre Ildi partorisce un bambino, si avvicina il Capodanno. Magda, Vera, Juli, Janos ed altri, per festeggiarlo malgrado i tempi così duri si mascherano con abiti e costumi di foggia borghese e danzano storditamente (vi è perfino una grottesca sfida, rivoltelle alla mano, fra una Magda frustrata e impotente e l'ingegnere). A maggio del '57 Janos Kadar assume il potere: la lotta fra vetero-stalinisti, elementi reazionari e magiari autentici sembra sopita a tratti, ma nella fabbrica di Janos c'era un delatore e vi saranno il processo e la condanna a morte dei resistenti. Anche Janos subirà la pena capitale (la esecuzione sarà il 4 settembre del '58, dopo essersi lui fatto beffe dei giudici fino all'ultimo nell'aula del Tribunale dichiarandosi sarcasticamente nello stesso tempo vero comunista, fascista, ex agente dell'Ammiraglio Horty il Reggente della Jugoslavia e della CIA. Anni dopo, mentre posano un fiore ai bordi di una boscaglia là dove pare giaccia la salma di Janos, Ilde e il bambino sono inseguiti a bastonate da polizziotti a cavallo. Juli ora si è fatta adulta e ha un lavoro che le interessava. Ma la pace e la libertà non sono tornate in Ungheria e la sua cinepresa dovrà ancora essere puntata su palazzi in rovina, uccisioni e carri armati sovietici, contro cui in anni futuri, ma non lontani, si presenteranno inermi e generosi petti della nuova generazione. |
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