| TRAMA: Nei primi anni '70, in un piccolo centro nelle campagne di Rovigo, si fa festa per due neonati, figli di due coppie di gente modesta. Sono Nino e Chiara, nati lo stesso giorno: hanno diritto a due alberelli identici che vengono piantati in terra. Trascorsi ormai venti anni Chiara non ha avuto una vita felice (sebbene non sofferente economicamente): la madre, soggiogata da un marito autoritario e meschino, lo tradisce; il padre lavora in una piccola impresa industriale, il cui capo, da lui venerato, viene arrestato dalla Guardia di Finanza, per cui l'avvenire si fa cupo. D'altra parte, i suoi rapporti sono sempre difficili e bruschi con la figlia. Quanto a Nino egli è cresciuto "coccolato" al massimo dalla nonna Rosa, una donna assai grassa ma di gran cuore, che conduce un'esistenza modesta presso un anziano dottore e si priva di tutto per provvedere al giovane che è orfano. Tipo di per sé inerte e sfaccendato, Nino non trova nelle scarse possibilità locali aperture alla sue ambizioni per intanto fa l'aiuto pizzaiolo e tutte le sue energie si concentrano nel gioco del lotto (tanto chi paga è la nonna Rosa). Nino e Chiara si amano (ma gli alberelli sfumano nella lontananza dei ricordi): di fatto i due hanno già avuto dei rapporti e non hanno alcuna prospettiva di lavoro, né di nozze ed autonomia. La nebbiolina del Po e del Polesine sembra attutire ogni sentimento ed iniziativa e precludere ogni speranza. Finché Rosa si decide a privarsi del suo residuo "tesoro" (una semplice scatola d'argento) di fronte alla ennesima, forte puntata del nipote, il quale con la vincita - per lui sicura - pensa di metter su in società una pizzeria sull'autostrada. Con quel denaro, lavoro e matrimonio sarebbero un sogno realizzato. Persi al gioco anche questi soldi, la nonna muore per infarto: l'anziana donna ha pagato con la vita il suo grande affetto per Nino. Resta ai due giovani solo la speranza, ma anche il dovere di praticare scelte responsabili e coraggiose, se vogliono seriamente affrontare l'avvenire. |
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