| TRAMA: Rifiutando la società dei consumi, il giovane Gepo ha abbandonato la professione (architetto) e si è ritirato a vivere in un'isola del Sud, per dipingere e per ritrovare se stesso nel contatto diretto con la natura. Legatosi alla vita degli indigeni - pescatori e cavatori di pomice - ha stretto amicizia con una donna del luogo, Assunta, e col suo figlioletto, Giorgio. La poveretta, il cui marito Carmelo è in carcere, subisce un giorno, sotto gli occhi del bimbo, la violenza del cognato Ruzzo. Ammalatosi per lo choc, Giorgio scrive al padre, che evade per uccidere il fratello. Lottando con Carmelo, però, che tenta di strangolarlo, Ruzzo estrae un coltello e ammazza il congiunto. Mentre Giorgio, che ha perduto anche la madre, vittima di un aborto procurato, lascia l'isola per una clinica palermitana (ha bisogno di cure psichiatriche), dell'uccisione di Carmelo viene accusato Gepo. Arrestato, ma scagionato grazie allo stesso Ruzzo, fuggito in Venezuela, l'ex architetto torna nell'isola, accolto con ostilità dalla gente del luogo. Riuscito finalmente a ritrovare la loro amicizia, si impiega nella cava di pomice, respinge l'invito di una sua ricca amante cittadina a tornare sul continente, per occuparsi di Giorgio. |
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