Cast: Joshua Feinman, Cyrus King, Merry Grissom, Shaun Russell, Zhubin Rahbar, Daniel Novy, Combiz Shams, Sarah Denning, Christopher Bradley, Jeff Green
TRAMA
TRAMA: Il documentario di Errol Morris prende le mosse dai famigerati scatti fotografici che riprendevano gli abusi compiuti da militari statunitesi ai danni di prigionieri iracheni nella prigione di Abu Ghraib. Morris alterna nel suo documentario i crudissimi e a tratti disturbanti scatti incriminati, le interviste a molti dei militari coinvolti e alcune scene di interludio che ricostruiscono e/o commentano quanto avvenuto
Dichiarazione del regista: E’ possibile per una fotografia cambiare il mondo? Le fotografie scattate dai soldati nella prigione di Abu Ghraib hanno cambiato la guerra in Iraq e l’immagine che l’America ha di se stessa. Tuttavia, rimane un mistero fondamentale. Le celebri fotografie di Abu Ghraib sono la prova di abusi sistematici compiuti dall’esercito americano o documentano semplicemente il comportamento aberrante di alcune “mele marce”? Noi abbiamo tentato di esaminare il contesto delle fotografie. Perché sono state scattate? Cosa stava accadendo fuori dall’inquadratura? Abbiamo parlato direttamente con i soldati che le hanno fatte e che erano presenti in quelle foto. Chi sono queste persone? Cosa pensavano in quel momento? Nel corso di due anni di indagini, abbiamo raccolto un milione e mezzo di parole, migliaia di pagine di resoconti non pubblicati e centinaia di fotografie. La storia di Abu Ghraib continua a rimanere avvolta nell’ambiguità morale, ma almeno è chiaro cosa è accaduto in quell’occasione. Le fotografie di Abu Ghraib sono sia una denuncia che una copertura. Una denuncia, perché offrono uno sguardo sugli orrori di Abu Ghraib; e una copertura, perché hanno convinto giornalisti e lettori di aver visto tutto e che non c’era più bisogno di indagare oltre. In dei recenti servizi giornalistici, abbiamo appreso della distruzione dei nastri degli interrogatori ad Abu Zubaydah. Una copertura, che è stata sulle prime pagine dei giornali. Ma la copertura ad Abu Ghraib ha coinvolto migliaia di prigionieri e centinaia di soldati. Stiamo ancora cercando nuovi elementi che ci permettano di capire la sua reale estensione. Molti giornalisti hanno cercato di trovare la “pistola fumante” ad Abu Ghraib, ma è un concetto sbagliato. Come ha detto giustamente Philip Gourevitch, Abu Ghraib è la pistola fumante. La domanda implicita, per cui non abbiamo ancora ricevuto una risposta quattro anni dopo lo scandalo, è come è stato possibile distruggere i valori americani a tal punto che Abu Ghraib – e la successiva copertura - siano potute avvenire?