| TRAMA: Teseo ed Ippolita, una coppia di fatui borghesi, si reca in una bella villa della piana lombarda per celebrarvi, il dì seguente, le proprie nozze. Vi si recano anche quattro giovani - Lisandro, Demetrio, Erminia ed Elena - legati da slanci e ripulse, capricci e tenerezze reciproche e sempre mutevoli. Intanto, in un rustico prossimo alla residenza signorile, un gruppo di popolani prova una recita sugli amori di Piramo e Tisbe, da offrire in modesto omaggio agli sposi. Ma nei paraggi albergano (e tornano vivi per le loro notturne sarabande) elfi e altre strane creature dei boschi e delle leggende, e, fra di essi, lo storpio Oberon, con Titania, regina della notte. Sotto la luna, in un gioco incessante fra realtà e fantasia, fra legami che svaporano e annodamenti che precariamente si creano, tra fughe in grotte stillanti acqua e corridoi in rovina, fra rilucenti ragnatele e strani alberi azzurrastri, i quattro giovani, sempre spiati dal folletto Puck, si innamorano, cadono in sonni profondissimi ed in strani oblii, si desiderano e ancora si lasciano, tra mille ambiguità ed incantamenti. E' sempre Oberon che mena il gioco. All'alba, risoltasi la recita dei poveri guitti in una tediosa quanto vacua esibizione nella sala del banchetto nuziale, Teseo impalma secondo copione la sua Ippolita, i quattro giovani (sempre bianco-vestiti) trovano in idee finalmente chiare il giusto ritmo per altri due matrimoni, mentre, spentesi le luci della sontuosa villa, Oberon e Titania presiedono d'amore e d'accordo al rock finale dei propri fantastici e scatenati sudditi. |
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