| TRAMA: Paul lavora come macchinista su una nave mercantile. Un giorno arriva a Lisbona, dove, stanco ed annoiato, comincia a girare per le strade in compagnia della sua inseparabile cinepresa super 8. In un bar-pensione incontra Rose, giovane e gentile cameriera, che di colpo lo affascina e fa esplodere certe sue antiche inquietudini. All'istante decide di rimanere nella capitale portoghese, ma non per fuggire o per nascondersi. Alla moglie, in Svizzera, scrive infatti periodiche lettere accompagnate da nastri filmati dove rivela i sentimenti, le sensazioni che gli derivano dalla permanenza in quella "città bianca" e dalla relazione con la ragazza. In un'atmosfera estatica, surreale, dove il tempo sembra annullarsi, Paul trascorre un breve e felice periodo, che si interrompe bruscamente quando, derubato del denaro, si mette alla ricerca del ladro, lo trova ma, nell'affrontarlo, è ferito e subito ricoverato in ospedale. L'incantesimo si spezza: Rose, non sapendo niente e non vedendolo tornare, lo crede partito e a sua volta lascia Lisbona per la Francia, dove la attende un nuovo lavoro. Paul, dimesso, la cerca a lungo, apprende dai genitori che è partita, scrive allora alla moglie alcune lettere venate da profonda malinconia. Infine, pressato dal bisogno di denaro, vende tutto ciò che gli rimane, compresa la cinepresa, super 8, e decide di fare ritorno a casa. Sul treno, nello scompartimento, una ragazza lo guarda (forse) e gli sorride (forse). Quanto basta per andare avanti e affrontare il futuro. Il ricordo della "città bianca" rimane vivo, e, tra le ultime parole indirizzate alla moglie, Paul scrive: "Il solo paese che amo veramente è il mare... non ne so più di prima". |
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