Cast: Fanny Ardant, Vittorio Gassman, Françoise Fabian, Mathieu Carrière, Claire Wauthion, Anne Chappuis, Franco Angrisano, Philippe Geluck, Franz Joubert, Renato Scarpa, Franco Trevisi
TRAMA
TRAMA: François, un giovane sceneggiatore alsaziano, si reca in Belgio, a Gand, per conoscere Jeanne, una donna ancora abbastanza giovane, autrice di un romanzo, da cui François sembra affascinato ed al quale egli intende ispirarsi per un film. Il romanzo è la storia della folle passione stabilitasi tra una ragazza fiamminga (Benvenuta) ed un più maturo magistrato italiano (Livio). François sospetta che il romanzo sia autobiografico, anche perché, sulle prime, Jeanne, che da tempo vive isolata e chiusa nella propria casa, resiste alle richieste dell'uomo. Ma, a poco a poco, essa cede. Benvenuta, che viveva a Gand con l'amica Inge, si recava spesso all'estero, essendo concertista; conosciuto a Milano un magistrato napoletano, se ne innamorò perdutamente, entro breve tempo tornò in Italia per rivederlo, dopo un breve carteggio e, deliberatamente, si concesse a lui. Peraltro, quella che poteva sembrare una avventura o un colpo di testa, si trasformò per i due amanti in una strana passione, molto epistolare e cerebrale, tutta costruita su sensibilità carnali (ma assai più intenzionali che concrete) e su confuse aspirazioni mistiche, con momenti alterni, una gita a Pompei ecc. ecc. Via via che l'intervista di François si fa più profonda, l'animo di Jeanne sembra sciogliersi, aprendosi a quelli che appaiono, ormai con tutta evidenza, precisi ricordi, mentre uno strano rapporto di delicata confidenza sembra stabilirsi fra i due. L'immagine dell'autrice del romanzo e quella di Benvenuta si sovrappongono spesso con estrema ed anche ambigua facilità. Pur lasciando sempre un piccolo margine al dubbio (anche perché la realtà dei fatti, le sensazioni e gli ambienti stessi sono da Jeanne abilmente mescolati e sfumati), François ha ormai appreso ogni pur minimo dettaglio della romantica vicenda che tanto l'aveva appassionato. Ma un giorno Jeanne non risponde: la sua porta è chiusa. Entrato in casa dal sottosuolo, François apprende per telefono dalla figlia di Jeanne (mai conosciuta) che la madre è stata gravemente ferita in un incidente d'auto. Mentre il romanzo finiva con lo spengersi della passione dei due amanti e con la morte di Livio, ora si prospetta a François pure la possibile fine di Jeanne-Benvenuta. Forse sua figlia sarà come lei, felice e sfortunata. O come Benvenuta: creatura appassionata, personaggio da romanzo, ma anche simbolo vivente dell'amore, quello che ognuno può incontrare all'improvviso in una sala da concerto, o camminando lungo un canale di una vecchia città fiamminga.