| TRAMA: Anton - un comunista cecoslovacco che ha combattuto in Spagna con le brigate internazionali, ha partecipato alla Resistenza francese ed è stato poi deportato a Mathausen - tornato in patria ha assunto nel governo del paese l'incarico di vice-ministro degli esteri. Ma dopo alcuni anni, durante le grandi epurazioni ordinate da Stalin, Anton, già da tempo pedinato dalla polizia segreta, viene arrestato e rinchiuso in un'orrida galera. Impedendogli di mangiare e di dormire, sfibrandolo con allucinanti interrogatori, i suoi aguzzini - per dare al suo processo, e a quello degli altri arrestati insieme a lui, una parvenza di legalità - pretendono che egli confessi di essere un trotzkista e di avere avuto rapporti con una spia al servizio dell'America. Fiaccato fisicamente e moralmente - gli impediscono di vedere la moglie, comunista pure lei - raggirato con l'uso distorto di dettagli innocenti, Anton finisce per ammettere colpe che non ha commesso. A venti mesi dal suo arresto si celebra il processo, a cui prendono parte, come imputati, alcuni tra i massimi dirigenti del comunismo cecoslovacco. Ognuno è stato costretto, dalla polizia, a imparare a memoria la sua "confessione" e le battute dell'interrogatorio. La tragica farsa si conclude con la condanna a morte di quasi tutti gli imputati: a salvarsi sono solo in tre, tra i quali Anton. Morto Stalin ed eliminato Beria, egli viene messo in libertà e riabilitato e nel 1968, malgrado l'opposizione di alcuni compagni, si decide a scrivere le sue memorie. |
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