TRAMA: Due reporter italiani, allo scopo di indagare sul fenomeno della schiavitù in America, si trasferiscono negli Stati del Sud, immaginati ai primi dell'Ottocento. Imbarcatisi su una nave essi hanno modo di controllare il trattamento disumano cui gli schiavi vengono sottoposti. Sbarcati, i negri vengono raccolti in autentici campi di concentramento dove vengono lavati, ingrassati, venduti e smistati verso le piantagioni o le case aristocratiche. In una di queste, i due giornalisti possono intervistare alcuni cinici personaggi bianchi. Successivamente, assistono fra l'altro a forme di prostituzione privata e pubblica; a sermoni di reverendi che difendono la schiavitù come istituzione voluta da Dio; a dichiarazioni pseudoscientifiche di uno scienziato ebreo sulla inferiorità della razza negra. Raggiungono, quindi, una palude nella quale schiavi cercano invano di fuggire poiché vengono sterminati dai cacciatori bianchi precedentemente appostati. I due giornalisti intervistano poi un grasso colonialista che ha impiantato sulle sue proprietà un allevamento di "capi" negri con "fattrici" selezionate e con "stalloni" di prima qualità che, dietro lauto compenso, mette a disposizione di quanti ne chiedono le prestazioni Trasferendosi ai giorni nostri, i reporter incontrano un reverendo negro, il quale, rievocando i delitti perpetrati da Nat Turner, si diletta nel riviverne idealmente i massacri a dànno dei bianchi che lo circondano.
REGISTA
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