| | All'anagrafe: Pier Paolo Pasolini |
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Etą alla morte: 52 anni | Data di nascita: 05/03/1922 | Segno Zodiacale: Pesci | Luogo di nascita: BOLOGNA (Italia) | Data di morte: 02/11/1975 | Luogo di morte: OSTIA, Roma (Italia) |
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| Regista, scrittore, poeta, attore. Suo padre, Carlo Alberto è tenente di fanteria e sua madre, Susanna Colussi, è maestra elementare. Il padre appartiene a una famiglia di Ravenna benestante ma dissipa l'intero patrimonio e nel dicembre 1921 sposa la moglie, figlia di contadini friulani che, con lavoro e fatica si sono inseriti nella piccola borghesia. I due si sposano a Casarsa e subito dopo le nozze si trasferiscono a Bologna dove nasce Pier Paolo ma vi rimangono poco continuando a spostarsi di città in città per i continui trasferimenti del padre: Parma, Conegliano, Belluno, Sacile, Idria, Cremona, ancora Bologna. Nel 1925, a Belluno, nasce il secondogenito, Guido. Pier Paolo vive la nascita del fratello come uno choc. Legato intimamente a sua madre, non vuole accettare di dividerla con qualcun altro ma poi, man mano che Guido cresce, tra i due si instaura un rapporto di amicizia e il fratello minore avrà per Pier Paolo una sorta di venerazione. Nonostante i continui spostamenti, la carriera scolastica di Pier Paolo è eccezionale, frequenta le elementari con un anno di anticipo e inizia a scrivere le prime poesie nel 1928 e nel 1934 si iscrive al ginnasio. Durante gli anni del liceo forma un gruppo letterario in cui discute di poesia insieme a Luciano Serra, Franco Farolfi, Ermes Parini e Fabio Mauri. Inizia anche a collaborare con alcune riviste come "Il Setaccio" e continua a scrivere poesie in friulano, come strenua opposizione al regime fascista e alla sua volontà di sopprimere i dialetti. Finisce il liceo a 17 anni e si iscrive alla Facoltà di Lettere all'Università di Bologna. Durante gli anni universitari ritorna a Casarsa, il luogo della sua infanzia, e si apre per lui un periodo felice ma nel 1943 viene arruolato e mandato a Livorno. Con l'8 settembre disobbedisce all'ordine di consegnare le armi ai tedeschi e si rifugia a Casarsa, dove insegna ai ragazzi del ginnasio. Suo fratello Guido, che non sopporta di vivere nascosto, finge di partire per Bologna e invece raggiunge la brigata partigiana Osoppo. Nel febbraio del 1945 nelle malghe di Porzus, Guido viene massacrato dai partigiani jugoslavi, ma la notizia della sua morte arriverà alla famiglia solo al termine del conflitto. La madre è distrutta dal dolore e il suo rapporto con Pier Paolo si fa ancora più stretto anche perché il marito, tornato dalla prigionia in Kenya, non è più lo stesso. Nel 1945 si laurea con un tesi dal titolo "Antologia della lirica pascoliana" e va ad insegnare al liceo di Valvassone. Nel 1947 inizia a militare nel P.C.I. e collabora al settimanale del partito "Lotta e Lavoro". Diventa segretario della sezione di Casarsa, ma non è visto di buon occhio dai vertici del partito, che non riescono a comprendere le ragioni di un intellettuale che scrive nella lingua del popolo, senza parlare di politica. Il 15 ottobre 1949 è convocato dai carabinieri perché sospettato di corruzione di minorenni: nonostante i genitori dei ragazzi non lo denuncino, questo fatto cambierà radicalmente il corso della sua vita. Sull'onda dello scandalo, il P.C.I. lo espelle e Pasolini perde il lavoro. Insieme a sua madre decide di trasferirsi a Roma. Vanno a abitare a Ponte Mammolo e Pier Paolo conosce così la vita delle borgate romane, il lavoro duro e pesante, i volti e le storie che confluiscono nelle pagine del romanzo che sta scrivendo: "Ragazzi di vita". Per mantenersi fa il generico a Cinecittà, inizia a fare il correttore di bozze e vende i suoi scritti sulle bancarelle rionali. Poco tempo dopo, per intercessione del poeta abruzzese Vittori Clemente, viene assunto come insegnante in una scuola privata di Ciampino. Collabora poi alla rivista letteraria "Paragone", nel 1954 pubblica la sua prima raccolta di poesie dialettali, "La meglio gioventù". Nel 1955 la casa editrice Garzanti pubblica "Ragazzi di vita", che ottiene un grande successo, anche se la Presidenza del Consiglio promuove un'azione giudiziaria per l'immoralità del testo. In seguito autore ed editor | |
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