| | All'anagrafe: Sven Vilhem Nykvist |
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Età alla morte: 83 anni | Data di nascita: 03/12/1922 | Segno Zodiacale: Sagittario | Luogo di nascita: MOHEDA, Kronobergslän (Svezia) | Data di morte: 21/09/2006 | Luogo di morte: STOCCOLMA (Svezia) |
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| Direttore della fotografia e regista. Entra nel mondo del cinema del suo Paese a 19 anni come assistente operatore. Già due anni dopo, nel 1943, arriva alla direzione della fotografia con la commedia "I mörkaste Småland" che, come succederà ancora spesso, firma insieme ad un altro collega. Il suo nome compare per la prima da solo nel 1945 nel film "13 stolar" di Börje Larsson. Firma con altri due colleghi anche "Una vampata d'amore" (1953), il film che inaugura la sua collaborazione con Ingmar Bergman. Rimpiazzando il grande Gunnar Fischer come suo operatore di fiducia, firma da solo, invece, nel 1960 "La fontana della vergine" che segna il vero inizio di un sodalizio che, in 25 anni, tra film e lavori per la tv svedese, produrrà 21 opere d'eccellenza, rendendo entrambi famosi nel mondo. Il passaggio da Fischer a Nikvist porta, infatti, un grande cambiamento nell'atmosfera visiva dei film del grande regista svedese che ha di certo contribuito al loro successo e hanno fruttato a Nykvist due Oscar per la miglior fotografia: nel 1973 per "Sussurri e grida" e nel 1982 per "Fanny e Alexander". Richiesto poi anche negli USA da registi che volevano una luce all'europea, capace non solo di illuminare ma di creare atmosfere, ha collaborato con Roman Polanski per "L'inquilino del terzo piano" (1976), Louis Malle per "Pretty Baby" (1978), Philip Kaufman per "L'insostenibile leggerezza dell'essere" (1988) tratto dal romanzo di Milan Kundera. Ha collaborato con successo anche con Woody Allen per "Crimini e misfatti" (1989) e "Celebrity" (1998). E' stato tentato anche dalla regia sin dall'inizio della sua lunga carriera, nel 1956 con "Il gorilla", che più tardi: nel 1977 con "Noi due una coppia" e nel 1991 con "Il bue". Il suo ultimo film da direttore della fotografia è"Amori e ripicche" con Maggie Smith and Michael Caine, girato nel 1999. Complessivamente è stato direttore della fotografia in 120 film prima che l'afasia, una forma di demenza senile che rende incapaci di esprimersi con parole, lo costringesse a ritirarsi in una casa di riposo di Stoccolma dove è morto nel 2006. Lascia un figlio regista, Karl-Gustav. | |
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